Il Covid continua a mostrare i suoi effetti.Le persone colpite gravemente dal Covid possono subire un invecchiamento del cervello.
I risultati dello studio: un allarme per chi ha subito forme gravi di Covid
La ricerca, condotta da un team di scienziati, ha dimostrato come il Covid-19 non impattasse solo a livello polmonare, ma coinvolgesse anche il sistema neurologico. Le persone che avevano subito un ricovero in ospedale a causa della gravità della malattia mostravano, a distanza di oltre un anno, segnali di un invecchiamento cerebrale accelerato. Gli esami neurologici, effettuati tramite test cognitivi, evidenziavano deficit paragonabili a un processo naturale di invecchiamento del cervello lungo ben due decenni.
Il fenomeno non era isolato, ma ricorrente in una percentuale significativa di pazienti. Le persone esaminate mostravano difficoltà nella memoria, nella concentrazione e in altre funzioni cognitive essenziali per la vita quotidiana. Questo preoccupava molto la comunità medica, che già stava facendo i conti con i numerosi strascichi fisici lasciati dalla malattia. L’effetto del Covid sul cervello apriva così nuovi interrogativi sul long-Covid, termine usato per definire gli effetti a lungo termine del virus.
Nuove evidenze sui danni neurologici post-Covid
Secondo lo studio, condotto tra il 2022 e il 2023, i danni neurologici osservati non erano limitati solo alle persone anziane o con patologie preesistenti, ma coinvolgevano anche pazienti più giovani. Questo aspetto rendeva la scoperta ancora più inquietante: un quarantenne colpito gravemente dal Covid poteva trovarsi, a livello cognitivo, con le capacità intellettive di una persona sessantenne.
Università e istituti di ricerca erano già al lavoro per comprendere a fondo il legame tra il Covid e l’invecchiamento cerebrale, con l’obiettivo di individuare possibili terapie. Tuttavia, la strada sembrava ancora lunga, poiché le cause di questo deterioramento cognitivo rimanevano poco chiare. Si ipotizzava che il virus attivasse un’infiammazione nel cervello, ma i meccanismi precisi restavano oggetto di studio. Diverse ricerche in corso cercavano di fare luce sul tema, ma i primi dati sembravano già confermare che l’effetto del virus Sars-CoV-2 non si esauriva con la guarigione.
Quali sono le prospettive future per chi ha subito danni cognitivi?
Oltre ai danni neurologici, lo studio evidenziava come i pazienti colpiti dal Covid in forma severa mostrassero sintomi di fatica cronica, depressione e ansia. Questi disturbi, spesso sottovalutati nei primi mesi dopo la malattia, tendevano a persistere a lungo, condizionando la qualità della vita e l’autonomia delle persone. Nonostante l’attenzione del mondo sanitario, si registrava una carenza di terapie efficaci per contrastare gli effetti del long-Covid.
Per chi avesse bisogno di ulteriori informazioni o supporto, esistevano associazioni come il Ministero della Salute e organizzazioni internazionali che offrivano linee guida e assistenza per chi affrontava queste problematiche.