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Settima edizione della rassegna: “Cinemartist”

Dal 26 al 28 settembre, il piccolo comune di Martis ha ospitato la settima edizione di CineMartist, un festival che intreccia il cinema documentaristico con la cultura e le tradizioni locali.

Un viaggio tra cinema e tradizioni locali

La settima edizione di CineMartist ha offerto tre giornate dense di proiezioni e approfondimenti, trasformando Martis in un crocevia di storie, culture e memorie. Sotto la direzione artistica di Davide Bini, il festival si è posto l’obiettivo di raccontare il territorio sardo attraverso il cinema documentaristico, offrendo uno spaccato delle sfumature umane e sociali che caratterizzano l’isola. I film proiettati hanno esplorato temi legati alla cultura sarda e alla sua evoluzione, come nel caso di “Harder Times – storia di un mito” della regista Irene Atzeni, un’opera che ha portato alla luce fenomeni sociali poco noti. Allo stesso modo, il film “Argento Vivo” di Stefania Porcheddu ha raccontato la trasformazione di luoghi simbolo dello sviluppo industriale legato alle miniere, un aspetto chiave della storia sarda.

La sezione “Storie e racconti dell’isola” ha offerto una vetrina per le produzioni locali, tra cui spiccava nuovamente “Harder Times”, ma anche “Manos de fainas pro s’affidu” di Enrico Salvatore Porcheddu, che ha esplorato i rituali matrimoniali nella Sardegna degli anni Cinquanta. Grazie a queste opere, il pubblico ha potuto immergersi nelle storie che popolano l’isola, tra passato e presente.

Scambi culturali e gemellaggi internazionali

Uno degli aspetti più interessanti dell’edizione 2024 di CineMartist è stato il gemellaggio con il Festival del Cinema di Santafé de Antioquia, il secondo più importante della Colombia. Questo scambio ha arricchito il festival con i cortometraggi vincitori del concorso colombiano “La Caja de Pandora”, tra cui spiccano titoli come “Inhóspito” di Melissa Bolaños Carabalí e “Las Maripósas” di Mariana Posada. Quest’ultima ha colpito il pubblico con la sua riflessione sulla metamorfosi: un concetto che va oltre la semplice trasformazione biologica, abbracciando temi profondi come il cambiamento di genere. Il dialogo tra i giovani registi colombiani e il pubblico sardo ha permesso di mettere in luce le similitudini tra le due culture, unendo isole geografiche e culturali in un’unica narrazione.

Durante la sezione “Storie e racconti dell’Anglona”, il festival ha offerto spazio anche ai giovani talenti locali, con la proiezione di tre documentari realizzati dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti Mario Sironi di Sassari. I film, incentrati sulle tradizioni religiose di Laerru, Chiaramonti e Martis, hanno mostrato come le feste patronali siano un ponte tra il passato e il presente, preservando legami familiari e comunitari.

L’arte contemporanea come dialogo tra forza e debolezza

Oltre al cinema, CineMartist ha dato spazio all’arte contemporanea con la mostra “Eutimìa”, curata da Gloria Perra e Gavino Puggioni. La mostra ha offerto un interessante dialogo tra arte visiva e stati d’animo, esplorando le polarità tra forza e debolezza, caduta e rinascita della settima edizione. Attraverso diversi medium, gli artisti hanno proposto riflessioni sulla condizione umana, dimostrando come l’arte possa essere un potente strumento di introspezione e trasformazione.

Il festival si è quindi dimostrato un luogo di incontro tra passato e presente, locale e globale, cinema e arte, confermandosi un appuntamento culturale di rilievo per il territorio. CineMartist ha saputo combinare il racconto della Sardegna con scambi culturali internazionali, aprendo nuove prospettive su temi che riguardano non solo l’isola, ma il mondo intero.

About Carlotta Musanti

Sono Carlotta Stefana Musanti, sono di Cagliari e ho 24 anni, studio Beni Culturali e Spettacolo all'Università di Cagliari.

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