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Indipendenza giovanile: l’età media di uscita dalla casa dei genitori in Europa

In Europa, l’età media di uscita dalla casa dei genitori varia significativamente tra i diversi Paesi, rivelando dinamiche economiche e sociali differenti. Il sovraffollamento abitativo rimane un problema importante, con percentuali preoccupanti in molte nazioni.

Nel 2023, i giovani dell’Unione Europea hanno lasciato la casa dei genitori in media a 26,3 anni, secondo i dati forniti da Eurostat. Questo dato rappresenta un lieve calo rispetto ai 26,4 anni registrati nel 2022, suggerendo una lenta evoluzione nelle dinamiche familiari e nelle scelte abitative. In alcuni Paesi, come la Croazia, i giovani restavano con i genitori fino ai 31,8 anni, mentre in Slovacchia l’età media era di 31,0 anni, in Grecia 30,6 e in Spagna 30,4 anni. Queste nazioni condividono difficoltà economiche e aspettative sociali che spingono i giovani a ritardare il passo verso l’indipendenza abitativa.

In Italia, la media di uscita dalla casa dei genitori si attesta intorno ai 30 anni. Anche qui, la situazione economica e la mancanza di adeguati supporti statali incidono sulle scelte di vita dei giovani. Questo fenomeno è particolarmente accentuato nel Sud, dove i giovani trovano più difficoltà a trovare lavoro o a ottenere una stabilità economica. Le istituzioni locali, come i Comuni e le associazioni giovanili, continuano a promuovere iniziative per facilitare l’accesso a case a prezzi sostenibili, ma le sfide restano complesse.

I Paesi del Nord Europa favoriscono l’indipendenza giovanile

Al contrario, nei Paesi nordici come la Finlandia, i giovani lasciavano la casa a un’età media di 21,4 anni, seguiti da Svezia e Danimarca (21,8 anni). Questi dati riflettono un contesto economico e sociale più favorevole, con politiche di welfare e agevolazioni per l’accesso alle abitazioni. La disponibilità di alloggi a prezzi accessibili e un sistema di welfare consolidato favoriscono l’indipendenza giovanile, agevolando il passaggio verso una vita autonoma.

La differenza tra i Paesi del Nord e quelli del Sud dell’Europa evidenzia disparità economiche profonde e approcci divergenti in termini di supporto sociale. Mentre nei Paesi del Nord le politiche abitative sono progettate per favorire l’autonomia, in altre regioni d’Europa, come la Bulgaria e la Romania, il percorso verso l’indipendenza abitativa rimane più complesso, spesso influenzato da contesti culturali e familiari più tradizionalisti.

Sovraffollamento abitativo: una sfida per molti giovani che cercano l’indipendenza

Il sovraffollamento rappresenta una delle principali sfide per i giovani europei. Nel 2023, il 26% dei giovani tra i 15 e i 29 anni viveva in condizioni di sovraffollamento, una percentuale molto più alta rispetto alla popolazione generale, che si fermava al 16,8%. Paesi come la Romania, con il 59,4% dei giovani che vivevano in famiglie sovraffollate, e la Lettonia (54,8%), registrano le situazioni più critiche. In queste nazioni, la mancanza di abitazioni adeguate e il limitato accesso al mercato immobiliare rendono difficile per i giovani trovare una sistemazione indipendente.

Al contrario, nazioni come Malta (3,9%), Cipro (4,0%) e Irlanda (4,4%) presentano tassi di sovraffollamento molto bassi tra i giovani. Questi Paesi sembrano riuscire a garantire migliori condizioni di vita grazie a politiche abitative più efficaci e all’implementazione di progetti mirati al sostegno delle nuove generazioni.

Disparità significative tra giovani e popolazione generale

Le differenze tra i tassi di sovraffollamento giovanile e quelli della popolazione generale sono particolarmente evidenti in Paesi come la Bulgaria, dove il tasso di sovraffollamento per i giovani supera di 20,4 punti percentuali quello della popolazione totale. Situazioni simili si verificano in Romania (+19,4 pp) e in Grecia (+18,5 pp). Queste cifre riflettono non solo le difficoltà economiche, ma anche la mancanza di una rete di supporto solida per favorire l’indipendenza dei giovani. Al contrario, in Irlanda, le differenze tra i tassi di sovraffollamento giovanile e quello della popolazione complessiva sono molto ridotte (+0,5 pp), suggerendo un accesso più equilibrato alle risorse abitative.

Questi dati evidenziano la necessità di una risposta politica mirata, capace di affrontare le disparità abitative in modo coordinato a livello europeo. Solo un intervento comune potrà garantire a tutti i giovani l’opportunità di vivere in condizioni dignitose e di costruire un futuro autonomo e sostenibile.

About Roberta Ferrau

Studentessa in Scienze della Comunicazione, grande appassionata di cultura pop e letteratura, in particolare narrativa fantastica.

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