Un c ammino nella natura a passo lento tra i paesaggi incontaminati della Sardegna e i luoghi di culto millenari.
La Sardegna non è solo sinonimo di mare cristallino e spiagge dorate. In un’epoca in cui il turismo lento si affermava come nuova forma di scoperta, l’isola si presentava come una meta ideale per chi desiderava connettersi con la natura e la spiritualità. Con i suoi 800 chilometri di sentieri, la regione offriva ben 15 percorsi che si estendevano dalle coste all’interno dell’isola, toccando borghi antichi e santuari nascosti. Ogni cammino rappresentava un’immersione in un territorio ricco di storia e tradizioni, dove ogni passo portava alla scoperta di una Sardegna meno conosciuta, ma autentica.
Tra i sentieri più suggestivi, si distinguevano quelli che attraversavano la regione della Gallura, con paesaggi che variavano dalle colline ricoperte di macchia mediterranea ai panorami mozzafiato delle coste rocciose. Qui, il cammino non era solo fisico, ma anche spirituale. Alcuni tratti conducevano a importanti luoghi di culto, come il santuario di Nostra Signora di Luogosanto, meta di pellegrinaggi da secoli. Chi percorreva questi itinerari non solo poteva ammirare la bellezza incontaminata del territorio, ma entrava in contatto con le profonde radici culturali e religiose dell’isola.
Sentieri della fede: un viaggio tra i santuari millenari
Non solo Gallura. Un altro itinerario di grande fascino attraversava il Sulcis-Iglesiente, zona conosciuta per il suo passato minerario e per le sue tradizioni religiose. Il cammino in questa parte dell’isola portava alla scoperta di antiche miniere, ma anche di chiese e santuari che costellavano il territorio. Tra i luoghi di culto più importanti si trovava il Santuario di Sant’Antioco, nell’omonima isola, un centro di devozione che ogni anno attirava centinaia di pellegrini. La bellezza di questi luoghi risiedeva nell’intreccio tra natura selvaggia e spiritualità: un contrasto che caratterizzava l’intera isola.
Lungo questi percorsi, ogni pellegrino poteva godere non solo della tranquillità del paesaggio, ma anche dell’ospitalità dei piccoli centri abitati, come Iglesias e Carbonia, che offrivano servizi e strutture per accogliere i viaggiatori. In questi borghi, la tradizione e la modernità si incontravano, creando un’atmosfera unica dove il passato conviveva con il presente. Chiunque decidesse di intraprendere questi cammini poteva contare su una rete di accoglienza diffusa e ben organizzata, supportata da enti locali e associazioni del territorio. Scopri di più sul sito ufficiale del Comune di Iglesias.
Un turismo sostenibile che valorizza i borghi e le tradizioni
Il turismo lento si affermava come un’opportunità per promuovere un modello di viaggio sostenibile e rispettoso dell’ambiente. I cammini della fede rappresentavano una risposta concreta alla crescente domanda di esperienze autentiche, lontane dal turismo di massa. I viaggiatori potevano riscoprire i borghi dimenticati e conoscere da vicino le tradizioni locali, come le feste religiose che animavano i paesi durante tutto l’anno. Un esempio significativo era il Cammino di San Giorgio Vescovo, che collegava diversi paesi del Logudoro e si concludeva presso la basilica di San Giorgio di Ozieri. Questa era una delle feste più sentite della Sardegna, capace di attirare fedeli e turisti da ogni parte del mondo. Maggiori informazioni sull’evento sul sito dell’Associazione Cammini di Sardegna.
Questi cammini non solo rappresentavano un’opportunità per ammirare le bellezze naturali della Sardegna, ma offrivano anche la possibilità di sostenere le economie locali. Le piccole strutture ricettive, i ristoranti e le attività artigianali beneficiavano della presenza di un turismo consapevole e rispettoso, che cercava non solo la bellezza, ma anche il contatto con le persone e le storie del luogo.