Chiude oggi la terza edizione di “Deris, oe e crasa”. La rassegna, ideata dall’omonima associazione, celebra la cultura sarda con un programma ricco di incontri, interventi di esperti e antichi canti liturgici.
La basilica di Saccargia, uno dei luoghi più suggestivi della Sardegna, nel comune di Codrongianos (SS) chiuderà oggi la terza edizione della rassegna “Deris, oe e crasa”, dedicata alla valorizzazione delle espressioni identitarie della cultura sarda. L’evento, organizzato dall’Associazione Deris, oe e crasa, punta a riscoprire la tradizione isolana attraverso la lingua, la poesia, la musica e il canto sardo, elementi fondamentali della storia e dell’anima della regione. La giornata di ieri ha preso il via con i saluti istituzionali di personalità importanti del territorio, tra cui Cristian Budroni, sindaco di Codrongianos, e monsignor Gianfranco Saba, arcivescovo di Sassari. Sono poi intervenuti anche Giuseppe Fresu, presidente provinciale Acli, Giacomo Spissu, presidente della Fondazione di Sardegna, e Vittorio Cau, presidente dell’associazione organizzatrice.
La serie di interventi introduttivi ha mirato a mettere in risalto l’importanza di salvaguardare e tramandare le tradizioni sarde, promuovendo la loro conoscenza anche al di fuori dell’isola. La rassegna rappresenta una preziosa occasione per esplorare le profonde radici culturali della Sardegna, immersi nel contesto unico della basilica di Saccargia, simbolo dell’arte romanica sarda.
Interventi degli esperti e antichi canti liturgici
Dopo i saluti, la rassegna ha proseguito con due interventi di grande valore culturale. Ignazio Macchiarella, professore ordinario di Etnomusicologia presso l’Università di Cagliari, che ha presentato uno studio approfondito sui canti di tradizione orale legati alla Settimana Santa in Sardegna. Un’analisi dettagliata di queste antiche forme espressive, che rappresentano una parte fondamentale del patrimonio spirituale e musicale dell’isola. A seguire la relazione di Gian Paolo Mele, ordinario di Musica medievale e rinascimentale all’Università di Sassari, che ha illustreto le principali fonti storiche che documentano i canti della Settimana Santa. Grazie a queste testimonianze, il pubblico ha potuto scoprire come le tradizioni liturgiche si siano evolute nel corso dei secoli, mantenendo però intatti molti dei loro elementi originari.
Spazio anche per la musica dal vivo, con le esibizioni dei cantori de Su cuncordu sos zovanos de su Rosario di Santu Lussurgiu e della Confraternita dell’Oratorio di Santa Croce di Castelsardo. Questi gruppi, tra i più rappresentativi della tradizione sarda, portano antichi canti liturgici che da secoli accompagnano le celebrazioni religiose della Settimana Santa. La musica è dunque LA protagonista di un evento che intende unire la riflessione teorica con l’esperienza diretta delle espressioni artistiche più autentiche della Sardegna.
Cultura sarda e tradizioni identitarie
La rassegna “Deris, oe e crasa”, giunta alla sua terza edizione, vuole contribuire alla riscoperta e alla conservazione del patrimonio culturale sardo, creando un ponte tra passato e presente. Gli interventi degli esperti e i momenti musicali offrono al pubblico un’opportunità unica per approfondire la conoscenza delle tradizioni della Settimana Santa, da sempre una parte importante della vita spirituale e culturale dell’isola. Grazie all’impegno dell’Associazione Deris, oe e crasa, queste tradizioni non solo verranno preservate, ma potranno continuare a vivere e a crescere, rinnovandosi nel contesto contemporaneo.