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Vertebrati selvatici: negli ultimi 50 anni in calo del 73%

Allarme biodiversità: vertebrati selvatici in calo del 73% negli ultimi 50 anni

La drammatica perdita di fauna selvatica secondo il rapporto del WWF: il pianeta in crisi

Un recente rapporto del WWF ha lanciato un allarme preoccupante: negli ultimi 50 anni, la popolazione di vertebrati selvatici è diminuita del 73%. Questo drammatico calo riguarda una vasta gamma di specie, dai grandi mammiferi ai pesci e agli uccelli, e rappresenta un segnale inequivocabile della crisi ambientale che il pianeta sta attraversando. “Non si tratta solo di un problema ecologico, ma di una questione che riguarda anche il benessere dell’umanità,” spiega Marco Lambertini, direttore generale del WWF internazionale. Il declino delle popolazioni di vertebrati è strettamente legato alla distruzione degli habitat, ai cambiamenti climatici, all’inquinamento e al bracconaggio. Il rapporto evidenzia come zone particolarmente vulnerabili, come l’Amazzonia e le barriere coralline, siano state gravemente colpite da queste dinamiche, con conseguenze devastanti per la biodiversità e per gli equilibri naturali.

Le aree più colpite: l’Amazzonia e le barriere coralline in pericolo

Tra le regioni più colpite dalla perdita di vertebrati selvatici, spiccano le foreste pluviali dell’Amazzonia e le barriere coralline del pianeta. “In Amazzonia, abbiamo perso oltre il 20% della copertura forestale negli ultimi decenni, e questo ha avuto un impatto devastante sulle specie animali che la abitano,” afferma Luisa Rossi, ricercatrice dell’Università di Bologna specializzata in conservazione della biodiversità. La deforestazione, causata principalmente dall’espansione agricola e dalla raccolta illegale di legname, ha distrutto gli habitat di numerose specie, portando alcune di esse sull’orlo dell’estinzione. “Gli effetti di questa perdita sono irreversibili, e se non si interviene subito, rischiamo di compromettere l’equilibrio dell’intero ecosistema.”

Anche le barriere coralline sono in grave pericolo. Secondo il rapporto del WWF, circa il 50% delle barriere coralline del mondo è già scomparso a causa dell’acidificazione degli oceani, del riscaldamento globale e della pesca intensiva. “Le barriere coralline non sono solo un paradiso di biodiversità, ma forniscono anche protezione costiera e sostentamento per milioni di persone in tutto il mondo,” spiega Alessandro Verdi, biologo marino e consulente per il WWF.

La necessità di interventi immediati: proposte del WWF per salvare la fauna

Il WWF, attraverso il suo rapporto, non si limita a descrivere la situazione allarmante, ma propone anche soluzioni concrete per invertire questa tendenza. Tra le priorità indicate vi sono la protezione degli habitat naturali, la riduzione delle emissioni di CO2, e l’intensificazione delle leggi contro il bracconaggio e la pesca illegale. “È fondamentale creare una rete globale di aree protette, dove le specie possano prosperare senza la minaccia di distruzione da parte dell’uomo,” sostiene Giovanni Bianchi, responsabile del programma di conservazione delle specie del WWF Italia. Inoltre, il WWF punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della biodiversità, affinché ogni cittadino possa contribuire con scelte quotidiane più consapevoli.

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