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Le cantine sarde brillano nella guida Slow Wine 2025

Con cinque Chiocciole e un’ampia selezione di vini premiati, la Sardegna si conferma protagonista nel panorama enologico italiano. La nuova edizione della guida, disponibile dal 23 ottobre, celebra la biodiversità e il talento dei produttori locali.

Il mondo del vino sardo continua a sorprendere con i suoi riconoscimenti, e la guida Slow Wine 2025 rappresenta un tributo all’eccellenza dell’enologia dell’isola. Quest’anno, cinque Chiocciole sono state assegnate alle cantine sarde, due in più rispetto all’edizione precedente. Questo simbolo di qualità si pone come manifestazione della filosofia del “buono, pulito e giusto”, che si traduce in una valutazione attenta sotto diversi aspetti: organolettico, ambientale e sociale. La guida, che sarà disponibile in libreria e online dal 23 ottobre, mette in luce non solo la qualità dei vini, ma anche il lavoro e l’impegno dei produttori.

Le cantine premiate includono nomi noti come Gian Battista Columbu, Pusole e Giuseppe Sedilesu, a cui si aggiungono le novità Depperu Holler e Schirru. Con queste nuove entrate, cresce la rappresentanza del talento enologico sardo, che continua a guadagnare riconoscimenti anche a livello nazionale. Il numero di Bottiglie premiate si attesta a sette, tra cui Antichi Vigneti Manca, Cantina Gungui, e Vike Vike. Un’ulteriore menzione spetta a Audarya, che riconferma il suo status di eccellenza con la sua Moneta.

Una selezione di vini che racconta il territorio

La guida ha presentato ben ventidue Top Wines, evidenziando la grande varietà e la biodiversità dei vitigni autoctoni. Tra questi, spiccano nomi come Cannonau di Sardegna Ghirada Loreto 2022 di Francesco Cadinu e il Carignano del Sulcis Nero Miniera 2022 di Enrico Esu. Ogni vino racconta una storia, quella di un territorio unico, dove la tradizione e l’innovazione si intrecciano. L’attenzione al dettaglio e il rispetto per l’ambiente caratterizzano le pratiche di molti produttori, i quali si dedicano con passione alla viticoltura sostenibile.

La nota introduttiva della guida sottolinea l’unicità della Sardegna come “luogo affascinante fatto di tanti volti, vigneti e idee che vale la pena di scoprire”. Questo richiamo alla scoperta si traduce anche nell’invito a esplorare i piccoli produttori che rifiutano l’uso di chimica e pratiche standardizzate, dando vita a vini che esprimono il carattere del loro territorio.

L’impegno dei giovani produttori

Un aspetto rilevante sottolineato dalla guida è il fiorente movimento di giovani vignaioli e vignaioli, i quali si impegnano a valorizzare i loro piccoli appezzamenti di terreno. Questo impegno rappresenta una vera e propria rinascita per la viticoltura sarda, portando una ventata di freschezza e innovazione. I nuovi produttori abbracciano pratiche agricole più sostenibili, favorendo una biodiversità che arricchisce il panorama enologico dell’isola.

L’orgoglio per il patrimonio vinicolo sardo si riflette in eventi, degustazioni e incontri che celebrano la tradizione e la modernità della produzione vinicola. Il riconoscimento da parte di Slow Wine rappresenta quindi non solo un premio, ma anche un invito a tutti gli amanti del vino a scoprire le meraviglie della Sardegna, a partire da un calice di vino che racconta storie di passione e dedizione.

In un panorama dove la qualità prevale sulle quantità, il vino sardo si afferma come ambasciatore di un’identità culturale profonda e autentica, capace di attrarre visitatori e appassionati da ogni parte del mondo. La guida Slow Wine 2025 si propone quindi come una preziosa risorsa per chi desidera avvicinarsi a questo mondo e scoprire i sapori unici che solo la Sardegna può offrire.

About Tomaso Pisano

Appassionato di videogiochi e musica, di sport nello specifico calcio. Animatore presso matrimoni, studente di beni culturali sezione archeologica.

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