L’associazione “Oltre i muri”: un ponte di solidarietà per i detenuti di Bancali
Marina Maruzzi e Rosanna Durzu, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione “Oltre i muri – Volontari a Bancali”, condividono la missione della loro organizzazione, nata nel 2018 per aiutare i detenuti del carcere di Bancali, a Sassari. La loro attività si concentra principalmente sul fornire supporto durante la formazione scolastica e negli studi universitari, affinché chi si trova dietro le sbarre possa comunque migliorare la propria istruzione e avvicinarsi a nuove opportunità di riscatto. Un altro settore importante è l’organizzazione di percorsi teatrali, utili non solo per sviluppare capacità artistiche, ma anche per esprimere emozioni e affrontare il difficile percorso di reinserimento nella società.
Il carcere di Bancali, costruito nel 2013, è considerato una struttura relativamente moderna rispetto ad altre presenti in Italia, molte delle quali risalgono alla fine dell’Ottocento. Nonostante ciò, si trova ad affrontare diverse problematiche, tra cui il sovraffollamento: attualmente ospita circa 520 detenuti, mentre la sua capienza massima dovrebbe essere di 453. L’associazione si confronta costantemente con le criticità derivanti da questa situazione, che rende il lavoro dei volontari ancora più impegnativo e necessario.
Il carcere di Bancali: un contesto complesso tra sovraffollamento e sezioni speciali
Tra le particolarità del carcere di Bancali vi è la presenza di una sezione speciale destinata ai detenuti sottoposti all’articolo 41 bis, un regime penitenziario particolarmente severo riservato a individui legati alla criminalità organizzata. La struttura include anche una sezione femminile, che rappresenta un altro fronte di intervento per i volontari.
Il supporto educativo che l’associazione fornisce è essenziale in un contesto dove le opportunità di studio sono spesso limitate. Marina Maruzzi e il suo team si occupano di coordinare attività volte a dare ai detenuti la possibilità di accedere a corsi scolastici e universitari, permettendo loro di continuare o completare il proprio percorso formativo, anche in un ambiente difficile come quello carcerario. Questo sostegno educativo si integra con altre iniziative, come i laboratori teatrali, che offrono un’importante valvola di sfogo emotivo.
Un’azione di solidarietà che punta alla rieducazione
Il carcere di Sassari rappresenta una sfida continua per l’associazione, che non si limita solo a fornire istruzione, ma lavora per abbattere le barriere mentali e fisiche che separano i detenuti dal mondo esterno. Grazie al coinvolgimento di persone come Rosanna Durzu, i percorsi proposti non mirano solo a preparare gli ospiti del carcere a un futuro migliore, ma a creare momenti di riflessione e crescita personale anche durante il periodo della pena.