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Grazia Villani e Grazia Villasanti raccontano vicende drammatiche di donne nel loro libro, portando alla luce narrazioni di sofferenza e resilienza. Attraverso la penna delle due autrici, emerge un’immagine di donne che, nonostante le ingiustizie e le violenze subite, hanno lasciato un segno profondo nella storia della Sardegna.
L’opera “Per Maleficio”, firmata da Grazia Villani e Grazia Villasanti, si presenta come un importante contributo alla letteratura sarda, esplorando storie dimenticate di donne che, nel passato, si sono trovate a fronteggiare situazioni estreme. Le autrici, con un impegno e una passione palpabili, rinvenivano queste storie, trattandole come preziosi reperti archeologici. Ogni pagina del libro rivela un intricato mosaico di eventi realmente accaduti, tutti legati a figure femminili della Sardegna. Le narrazioni, sebbene dolorose, mostrano la forza di queste donne, molte delle quali hanno perso la vita per mano di uomini. Solo in alcuni casi, invece, sono state le donne a compiere atti di violenza, come nel caso di Peppa Carruba e Vermiglia Franceschi, i cui destini si intrecciano con un’ombra di giustizia e vendetta.
La trama del libro si sviluppa attorno a storie di violenza, ma non solo. Essa comprende anche momenti di profonda umanità e tristezza, come la vita di Grazia Raccis, orfana che ha trovato la morte per mano di un familiare. Attraverso una narrazione incisiva, il lettore si immerge nella realtà di Maria Camedda e Grazia Soddu, vittime di un gruppo di banditi. La brutalità degli eventi si fa sentire, mentre si esplorano le vite di donne come Carolina Vedda, assassinata da un fidanzato possessivo, che rivelano il lato oscuro delle relazioni e della società.
Un affresco di sofferenza e resilienza
Un capitolo particolarmente toccante è quello dedicato a Adelina Massole, una donna di Fluminimaggiore sposata a Villacidro. La sua vita si spegne tragicamente per mano di un marito violento, che tenta di giustificare l’omicidio con una falsa accusa di tradimento. La reazione della comunità, che si unisce in difesa della vittima, mette in luce una solidarietà femminile che, sebbene avvenuta in un contesto di profonda ingiustizia, risuona come un eco di speranza. Addirittura, un poeta scrive una canzone in onore di Adelina, testimoniando così l’impatto della sua vita e della sua morte sulla comunità locale. La storia di Grazia Raccis è altrettanto significativa, poiché una piazza della sua città viene dedicata alla sua memoria, e Angelo Soru, un artista del posto, compone una canzone in suo onore, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria di queste donne.
Il libro non solo racconta le vicende drammatiche di donne sarde, ma invita anche a riflettere sul ruolo che la società ha avuto nel perpetuare queste storie di violenza e dolore. Grazia Villani e Grazia Villasanti riescono a creare un legame tra il passato e il presente, suggerendo che, sebbene il tempo trascorra, le cicatrici della storia rimangono visibili e richiedono attenzione e rispetto. Questo dialogo tra le epoche, la scrittura evocativa e l’impegno delle autrici creano un’opera potente che invita a una lettura profonda e consapevole.
Un viaggio tra le pagine di “Per Maleficio”
La bellezza di “Per Maleficio” risiede non solo nella narrazione, ma anche nell’abilità delle autrici di tessere insieme storie diverse, tutte legate da un filo comune: il dolore e la resilienza delle donne. Il libro diventa così una testimonianza della storia sarda, un invito a non dimenticare le ingiustizie del passato e a rendere omaggio a tutte quelle donne che hanno subito senza mai perdere la loro dignità. La lettura di quest’opera rappresenta un modo per riflettere sull’importanza di dare voce a chi spesso rimane inascoltato.
