La rassegna “Nosu e is atrus” offre un’opportunità unica per scoprire il cinema sardo in tutte le sue sfaccettature, con proiezioni che si svolgono al Teatro Adriano di Cagliari dal 29 ottobre al 13 novembre. L’ingresso è gratuito, e ogni serata vedrà la presenza di registi e autori, arricchendo l’esperienza culturale per il pubblico.
Dal 29 ottobre al 13 novembre, il Teatro Adriano di Cagliari si trasforma in un palcoscenico per il cinema sardo grazie alla rassegna “Nosu e is atrus”. Questo evento cinematografico, organizzato dall’associazione culturale Babel, rappresenta un’occasione unica per esplorare opere in sardo e in lingue minoritarie. Con ingresso gratuito, il pubblico ha la possibilità di partecipare a sei film in un arco di due settimane, un’opportunità che promuove la cultura e le tradizioni isolane. La rassegna si inserisce nel contesto del premio Kentzeboghes, sostenuto dalla Fondazione Banco di Sardegna e dalla Regione Autonoma della Sardegna. La direzione artistica è affidata a Paolo Carboni, un nome di riferimento nel panorama cinematografico isolano. Ogni serata prevede un film diverso, con momenti di discussione e confronto tra pubblico e registi, offrendo una prospettiva profonda e intima delle storie narrate.
La rassegna prende il via martedì 29 ottobre, con la proiezione del cortometraggio “Polvere”, diretto da Paolo Carboni. Il film racconta la tragica storia di Aldo Scardella, un uomo che, nel 1985, si suicidò nel carcere di Buoncammino dopo 185 giorni di detenzione ingiusta. L’uscita di “Polvere” rappresenta un momento cruciale della rassegna, in quanto il regista Paolo Carboni accompagna il pubblico attraverso una narrazione densa di emozione e riflessione. A seguire, un dibattito avrà luogo con la presenza di Cristiano Scardella, il fratello di Aldo, che presenterà il suo libro dedicato a questa vicenda. Le letture saranno curate da Carlo Porru, mentre Maria Grazia Caligaris, referente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, arricchirà il dibattito con la sua esperienza e sensibilità. Questa serata si configura come un forte momento di confronto, mettendo in luce la fragilità umana e la lotta per la giustizia.
Un viaggio nel cuore della Sardegna
Mercoledì 6 novembre, la programmazione prosegue con due cortometraggi di grande impatto: “Tilipirche” di Francesco Piras e “Dalia” di Joe Juanne Piras. “Tilipirche” conduce gli spettatori a Noragugume, dove un’orrenda invasione di cavallette devasta le terre, mettendo a dura prova un allevatore. Il film esplora il passaggio di testimone tra generazioni, un tema centrale nella cultura sarda, intrecciando elementi di resilienza e tradizione. L’invasione delle cavallette diventa simbolo della lotta tra uomo e natura, riflettendo la complessità delle sfide ambientali attuali. In un contesto altrettanto drammatico si colloca “Dalia”, che narra la storia di una bambina di sette anni, vittima di una grave violenza. La psicologa Dalia affronta un compito impossibile, cercando di svelare i misteri della mente traumatizzata di una giovane vittima. La pellicola pone l’accento sull’importanza della salute mentale e della giustizia, temi spesso trascurati ma fondamentali nella società contemporanea.
Nella stessa serata, il pubblico avrà l’opportunità di assistere alla presentazione del teaser del documentario “Pieni di voci, gli occhi” di Marco Spanu. Questo progetto intende esplorare le vite delle comunità sorde in Italia, creando un ponte tra la cultura audiovisiva e la Lingua dei Segni Italiana (Lis). Il documentario si propone di portare alla luce storie poco conosciute, offrendo una nuova visione su una realtà ricca di identità e linguaggi diversi. L’approccio inclusivo e innovativo del film rappresenta un passo importante nella valorizzazione delle diversità culturali e comunicative presenti nel nostro paese.
Le ultime proiezioni e il significato della rassegna
La rassegna “Nosu e is atrus” culmina mercoledì 13 novembre con la proiezione di “Binario morto” di Antonio Maciocco e “Quello che è mio” di Gianni Cesaraccio. Maciocco affronta il tema del suicidio con una narrazione delicata, invitando lo spettatore a riflettere sul senso della vita. Il protagonista, Tommaso, rientra in Sardegna dopo aver perso il lavoro e, in un momento di disperazione, si sdraia sulle rotaie. Tuttavia, scopre che il suo destino si intreccia con un incontro inaspettato che gli offre una seconda possibilità. “Quello che è mio” affronta, invece, il tema della salute e della sicurezza dei soldati italiani, denunciando le conseguenze drammatiche legate all’esposizione a materiali tossici negli armamenti militari. Con questo film, Cesaraccio punta a far luce su un problema spesso ignorato, ma che coinvolge profondamente la vita di molti.
Il Comune di Cagliari sostiene questa iniziativa, evidenziando l’importanza della cultura cinematografica come strumento di crescita e di riflessione. La rassegna si presenta non solo come un’occasione per apprezzare il cinema sardo, ma anche come un’opportunità per discutere temi sociali di grande rilevanza. La partecipazione attiva del pubblico ai dibattiti permette di creare un dialogo vivace e profondo, rendendo ogni serata un’esperienza condivisa e coinvolgente.