Un percorso di inclusione sociale e sostegno affettivo per i minori e le famiglie, con iniziative educative e attività sportive al fianco di Manu Invisible.
Lunedì 28 ottobre, alle ore 14, la Casa circondariale Ettore Scalas di Uta accoglie il primo incontro del progetto “Liberi dentro per crescere fuori”, un’iniziativa che mira a tutelare i minori figli di detenuti, offrendo loro opportunità di crescita e un supporto che supera stigmi e pregiudizi. Con il sostegno del Comune di Cagliari e il coinvolgimento del Servizio Politiche sociali e per la salute del comune, il progetto è finanziato dal programma “Con i bambini”, che agisce nel contrasto alla povertà educativa minorile. Questo progetto quadriennale, selezionato nell’ambito del bando nazionale “Liberi di crescere”, sviluppa una rete di interventi mirati non solo ai minori, ma all’intero nucleo familiare, con l’obiettivo di costruire un percorso di inclusione sociale che integri le famiglie in percorsi educativi e culturali.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra varie realtà, come la cooperativa Elan (capofila), ExMè, Panta Rei Sardegna e Solidarietà consorzio, in sinergia con la Casa circondariale di Uta, l’Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna per la Sardegna (UIEPE) e le associazioni Prohairesis e Aragorn Srl. Ogni anno, il progetto prevede di coinvolgere almeno 20 minori e 10 nuclei familiari, arrivando a includere fino a 90 destinatari diretti in quattro anni. Il 28 ottobre, in occasione dell’incontro inaugurale, le famiglie avranno l’opportunità di partecipare a una partita di calcio a squadre miste, organizzata nell’ambito del progetto “La partita con mamma e papà” dell’associazione Bambinisenzasbarre. La giornata prevede la partecipazione dello street artist Manu Invisible, per un momento di condivisione che punta a rafforzare il legame tra genitori e figli in un contesto accogliente e inclusivo.
Interventi mirati per un sostegno integrato a famiglie e minori
Il progetto “Liberi dentro per crescere fuori” offre un modello educativo e sociale che si avvale di un’equipe multidisciplinare composta da psicologi, pedagogisti, educatori e assistenti sociali. I professionisti collaborano con le famiglie dei detenuti per costruire percorsi di crescita inclusivi e personalizzati, volti a rafforzare il legame affettivo tra genitori reclusi e figli. Tra le principali azioni promosse, ci sono visite potenziate in carcere che permettono il contatto fisico tra genitore e figlio, trasformando i momenti di visita in spazi di affetto e vicinanza.
Il progetto prevede anche l’adeguamento degli spazi d’attesa per i minori all’interno della Casa circondariale, con l’obiettivo di rendere l’ambiente più accogliente e meno estraniante per i piccoli visitatori. Inoltre, sono organizzati laboratori artistici e culturali, che vedono la partecipazione di personalità riconosciute a livello regionale e nazionale, rendendo l’esperienza formativa e stimolante per i minori. Queste attività si affiancano a momenti di sport, come la partita di calcio inaugurale, e a uscite all’aria aperta, favorendo la socializzazione e il benessere dei ragazzi.
Sostegno psicologico e inclusione lavorativa: un impegno per il futuro
Oltre alle attività di gruppo, “Liberi dentro per crescere fuori” prevede un sostegno psicologico specifico per i genitori detenuti, volto a migliorare il loro benessere e a facilitare la relazione con i figli. In parallelo, il progetto offre tirocini di inclusione sociale e lavorativa, dando ai detenuti l’opportunità di reintegrarsi gradualmente nel contesto sociale e di avvicinarsi al mondo del lavoro. Tra le iniziative previste, anche la promozione della lettura sia all’interno che all’esterno dell’istituto penale, con eventi che coinvolgono i ragazzi e le loro famiglie in percorsi di crescita culturale.
Con il sostegno del Comune di Cagliari e la collaborazione di vari enti e associazioni locali, “Liberi dentro per crescere fuori” si impegna a offrire una risposta concreta ai bisogni educativi e sociali dei minori figli di detenuti. Il progetto mira a creare un ambiente di fiducia, sicurezza e appartenenza, contrastando lo stigma sociale e offrendo un sostegno continuo a chi vive la difficile realtà della detenzione familiare.