Al Teatro Massimo di Cagliari, un viaggio nelle radici sarde con “Rimas, sonus e cantzonis”
Al Teatro Massimo di Cagliari, una serata dedicata alla poesia e alla musica sarda con “Rimas, sonus e cantzonis”. Un appuntamento imperdibile che celebra le radici culturali e linguistiche dell’isola attraverso un viaggio tra versi antichi e moderni, suoni arcaici e contemporanei. L’evento, diretto da Francesco Lai e curato da Sardinia Cultura, coinvolge musicisti, poeti e artisti che trasportano il pubblico nelle atmosfere della Sardegna più autentica. Il progetto esplora la lingua sarda e le sue sfumature, offrendo una riflessione sul ruolo della tradizione orale e sulla sua evoluzione nell’era moderna. Una celebrazione culturale per riscoprire una Sardegna che vive tra passato e presente, raccontata attraverso voci, musiche e canti che affondano le radici nelle storie e nei sentimenti del popolo sardo.
Riscoprire la lingua sarda: la poesia come patrimonio culturale
Secondo Francesco Lai, direttore artistico di Sardinia Cultura, l’evento al Teatro Massimo di Cagliari rappresenta un omaggio alla poesia sarda e un invito a riscoprirne l’importanza. “La Sardegna è una terra ricca di storie e di tradizioni orali che sono sopravvissute grazie alla poesia e alla musica. Con ‘Rimas, sonus e cantzonis’ cerchiamo di portare il pubblico in un viaggio che non è solo artistico, ma anche culturale e identitario,” spiega Lai. L’incontro unirà poeti locali e artisti della scena contemporanea, come Gavino Ledda e Maria Carta, due personalità simbolo della poesia e della musica sarda. Il repertorio spazierà dai versi tradizionali a quelli più moderni, presentando un quadro completo di come la lingua sarda abbia continuato a essere un potente mezzo di espressione attraverso le generazioni.
Lai aggiunge che l’obiettivo è valorizzare la lingua sarda, spesso relegata a pochi contesti familiari, portandola invece in un grande teatro come quello di Cagliari. Attraverso la voce dei poeti e il ritmo dei musicisti, lo spettacolo racconta la Sardegna in tutte le sue sfumature, da quelle più arcaiche alle contaminazioni moderne. “La nostra isola ha una tradizione orale antichissima, ma troppo spesso trascurata. Questo evento vuole ricordare che la poesia e il canto sardo sono parte fondamentale del nostro patrimonio,” afferma il direttore artistico.
Il teatro come luogo di incontro tra tradizione e modernità
Con Rimas, sonus e cantzonis, il Teatro Massimo si trasforma in uno spazio dove la tradizione sarda incontra il pubblico in modo diretto e intimo. “Abbiamo voluto creare un contesto in cui il pubblico possa sentirsi parte di un racconto collettivo,” spiega Lai. La scelta di alternare recitazione, musica e canto permette di rappresentare la pluralità delle espressioni della cultura sarda. L’evento, oltre a dare spazio alla poesia, offre una riflessione sull’importanza della lingua sarda come veicolo di identità, unendo artisti che hanno saputo reinterpretare il passato in chiave moderna.
Sardinia Cultura, che da anni si impegna nella promozione del patrimonio culturale della Sardegna, considera l’iniziativa un’occasione per sensibilizzare il pubblico più giovane, spesso lontano da questo tipo di espressioni. “La Sardegna ha una lingua e una storia da raccontare, e vogliamo che siano anche i giovani a sentirsi parte di questa narrazione,” conclude Lai. Tra i versi poetici e le melodie, “Rimas, sonus e cantzonis” diventa così un appuntamento che unisce la memoria del passato e la vivacità del presente.