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La mostra di Francesca Casu: “nel mio mondo il vivere è sicuro”

Un viaggio nelle profondità del quotidiano, tra pittura visionaria e simbolismo sardo: Francesca Casu porta a Cagliari oltre 70 opere che narrano l’intimità degli spazi domestici e l’influenza del sacro e profano. A cura di Roberta Vanali, la mostra esplora il rapporto tra memoria e oggetti, rievocando universi mitologici e antropomorfi che intrecciano le radici sarde e lo stile pittorico internazionale.

Domani 31 ottobre alle ore 18, la Fondazione Bartoli Felter inaugura, presso il Temporary Storing in Via 29 novembre 3/5 a Cagliari, la mostra “Nel mio mondo il vivere è sicuro”. L’evento, curato da Roberta Vanali, presenta oltre 70 opere dell’artista Francesca Casu, molte delle quali realizzate appositamente per l’esposizione. La mostra prende ispirazione dal verso “nel mio mondo il vivere è sicuro” della poesia Tornando al paese di Pier Paolo Pasolini, suggerendo una fusione tra rigore scientifico e narrazione visiva che si esprime attraverso un linguaggio pittorico unico. Gli ambienti domestici diventano luoghi di sacralità, intrisi di memorie e relazioni che rappresentano l’essenza del vivere.

Gli oggetti quotidiani rivestono un ruolo fondamentale, trasformandosi in interpreti di uno spazio carico di storia e significato. Casu raffigura luoghi in cui la presenza umana è solo accennata attraverso ciò che rimane: oggetti e spazi domestici evocano un’umanità lontana, talvolta sommersa da una sovrabbondanza di cose. L’artista stessa descrive il suo tratto come “veloce, nervoso”, un modo per catturare l’anima degli oggetti e dare loro una nuova dimensione esistenziale. La mostra invita così a esplorare questi spazi, suggerendo una riflessione sulla presenza e l’assenza umana e sulla capacità degli oggetti di custodire storie e vissuti.

Il colore e l’influenza della mitologia sarda: tra sacro e profano

Come accade nelle opere di Matisse, dei Fauves e di David Hockney, il colore per Casu è essenziale. Esso delinea i contorni degli spazi, mettendo in risalto la tendenza all’horror vacui. Le opere di Francesca Casu richiamano un immaginario che fonde il sacro e il profano, evocando figure mitologiche sarde e un’estetica che valorizza il difetto in quanto elemento di bellezza. Questo concetto si ispira all’ideale giapponese del Wabi-Sabi, che abbraccia l’imperfezione e l’esperienza del vissuto.

Tra le opere, emerge un bestiario di ibridi antropomorfi, animali dipinti con un intenso nero, simili a creature legate al patrimonio leggendario sardo. Questi esseri assumono una dimensione magica, accostandosi all’immaginario dell’artista messicana Leonora Carrington e creando uno spazio di connessione tra il mondo naturale e quello mitologico. L’opera di Casu è permeata da un profondo rispetto per la tradizione sarda e l’amore per le creature che popolano il suo mondo artistico.

Gli uccelli e la natura come fonte di meditazione

La mostra si chiude con una serie di opere dedicate agli uccelli, simboli di libertà e contemplazione. Casu si avvicina a queste creature attraverso un’accurata osservazione ornitologica che si combina con dettagli di piante e fiori, offrendo una visione che celebra la natura e i suoi misteri. L’artista esplora il mondo naturale come fonte di meditazione, rievocando la saggezza intrinseca del paesaggio sardo.

Per chi volesse immergersi in questo mondo, la mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 17 alle 19:30 fino al 15 novembre.

About Roberta Ferrau

Studentessa in Scienze della Comunicazione. Grande appassionata di cultura pop e letteratura, in particolare narrativa fantastica. Quando non sono immersa tra le parole e i mondi fantastici mi dedico all'esplorazione della comunicazione digitale e tradizionale.

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