L’intelligenza artificiale sta creando un nuovo modo di pensare

Il Sistema 0 rappresenta una svolta nella relazione tra intelligenza artificiale e mente umana. Non più solo strumenti tecnologici, le AI stanno dando vita a un modello di pensiero esterno e collaborativo, dove le abilità cognitive si ampliano senza sostituire le capacità decisionali dell’uomo.

Il Sistema 0 nasce come una forma di pensiero “esterna” che si aggiunge alle capacità cognitive umane senza rimpiazzarle. Un approccio innovativo che, secondo la rivista scientifica Nature Human Behavior, potrà rivoluzionare il nostro modo di elaborare informazioni e prendere decisioni, a patto che il progresso mantenga l’essere umano come protagonista attivo e consapevole.

Con la sua capacità di elaborare dati complessi, l’intelligenza artificiale rappresenta per molti un “assistente” cognitivo capace di fornire informazioni e suggerimenti. A differenza del Sistema 1 – basato su un pensiero intuitivo e veloce – e del Sistema 2 – pensiero analitico e riflessivo – il Sistema 0 si configura come un’estensione esterna che non “pensa” nel senso umano, ma elabora e processa informazioni senza attribuirvi significato. “Non si tratta di un modello di pensiero indipendente, ma di un supporto alle nostre facoltà decisionali”, spiega il professor Giuseppe Riva, direttore dell’Humane Technology Lab dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e coordinatore dello studio pubblicato da Nature Human Behavior.

Il Sistema 0 funge così da memoria esterna, come un hard disk di dati elaborati dall’AI, su cui l’utente può fare affidamento per analisi e previsioni senza doversi confrontare con la mole di dati grezzi. Tuttavia, se questa interazione arricchisce il nostro potenziale, l’interpretazione dei risultati rimane di esclusiva competenza umana. “L’AI può processare dati con estrema rapidità, ma il significato rimane in mano nostra”, evidenziano gli esperti.

I rischi dell’AI: perdere autonomia e cadere nella fiducia cieca

Affidarsi ciecamente al Sistema 0 può compromettere la nostra autonomia. Un rischio, avvertono i ricercatori, è che le persone si limitino ad accettare i suggerimenti offerti dall’AI senza esercitare un pensiero critico, lasciando che le decisioni vengano prese dalla macchina anziché dall’uomo. “Un uso passivo del Sistema 0 può farci perdere la capacità di ragionare in autonomia e creare soluzioni innovative”, spiegano i professori Riva e Mario Ubiali, fondatore di Thimus, una start-up che studia l’interazione tra intelligenza artificiale e pensiero umano. In un mondo sempre più automatizzato, è quindi essenziale mantenere il controllo umano su un sistema che, pur offrendo risorse cognitive, deve rimanere uno strumento al nostro servizio.

La fiducia cieca nei risultati dell’AI porta anche alla necessità di maggiore trasparenza. In un contesto dominato da algoritmi, chi garantisce che le risposte fornite siano libere da bias o distorsioni? Gli autori dello studio, tra cui la professoressa Marianna Ganapini dell’Union College e Massimo Chiriatti di Lenovo, evidenziano come la crescente tendenza a usare dati sintetici potrebbe alterare la nostra percezione della realtà e influenzare il processo decisionale. Se il Sistema 0 non verrà compreso e dominato, rischiamo di delegare all’AI una parte troppo grande della nostra identità e del nostro giudizio.

Il potenziale cognitivo e la necessità di alfabetizzazione digitale

Nonostante i rischi, il Sistema 0 offre un’enorme opportunità per espandere il potenziale umano, soprattutto in ambiti come ricerca scientifica e analisi di big data. “L’AI può supportarci in sfide cognitive che superano le nostre capacità naturali”, sostengono i ricercatori. Questa nuova modalità di pensiero esterna potrebbe diventare cruciale per affrontare problemi complessi e prendere decisioni più consapevoli. Tuttavia, resta fondamentale che le persone siano preparate a utilizzare questi strumenti in modo critico. L’educazione all’uso responsabile dell’AI diventa quindi centrale, e per questo i ricercatori sottolineano la necessità di diffondere una cultura di alfabetizzazione digitale per permettere a tutti di interagire con questi sistemi in modo consapevole.

About Roberta Ferrau

Studentessa in Scienze della Comunicazione. Grande appassionata di cultura pop e letteratura. Occasionalmente mi occupo di recensioni letterarie, concentrandomi con maggiore attenzione sulla narrativa fantastica. Quando non sono immersa tra parole e mondi fantastici mi dedico all'esplorazione della comunicazione digitale e tradizionale, con una maggiore attenzione al copywriting e alla comunicazione ambientale e sociale.

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