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Bambini con balbuzie discriminati, 7 su 10 vittime di ‘voice shaming’

La balbuzie e il peso della discriminazione nei bambini: una realtà poco conosciuta. La balbuzie, un disturbo che colpisce circa il 5% dei bambini nel mondo, è spesso accompagnata da episodi di discriminazione e di ‘voice shaming’. In questa intervista, la logopedista e psicoterapeuta Elena Bianchi espone i rischi sociali e psicologici di questo fenomeno, fornendo uno sguardo attento sulla realtà dei più piccoli. Secondo un recente studio, sette bambini su dieci che balbettano vengono emarginati o derisi dai coetanei. Bianchi esplora le cause del ‘voice shaming’ e spiega come i genitori, gli insegnanti e gli amici possano supportare i bambini, aiutandoli a superare le difficoltà della balbuzie e a costruire una maggiore fiducia in sé stessi.

Il fenomeno del ‘voice shaming’ e l’impatto della balbuzie sull’autostima dei bambini

Secondo Elena Bianchi, il ‘voice shaming’ rappresenta una forma di discriminazione ancora poco compresa, ma dalle conseguenze profonde. “Per un bambino che balbetta, la derisione non colpisce solo il linguaggio, ma anche l’autostima. Molti bambini che subiscono questo tipo di umiliazione si chiudono in sé stessi, sviluppando paure e insicurezze che li accompagnano anche in età adulta,” spiega la specialista. Milano, Roma e altre grandi città italiane hanno recentemente iniziato a organizzare programmi di sensibilizzazione sulla balbuzie per educare insegnanti e genitori su come affrontare il tema e supportare i bambini, creando un ambiente scolastico inclusivo.

Il voice shaming, continua Bianchi, non è solo un fenomeno italiano. “In molti paesi, purtroppo, si pensa ancora che i bambini balbuzienti siano timidi o insicuri per natura, e questo pregiudizio li rende bersaglio di commenti negativi da parte dei coetanei.” La logopedista evidenzia come sia fondamentale per genitori e insegnanti riconoscere i segnali di disagio e intervenire tempestivamente, evitando che la balbuzie diventi un ostacolo sociale per il bambino. “Ogni bambino ha il diritto di crescere in un ambiente di supporto, e questo include il modo in cui viene accolto il suo linguaggio,” conclude Bianchi, mettendo in risalto l’importanza di un approccio positivo e comprensivo.

La scuola e la famiglia come pilastri di sostegno per i bambini balbuzienti

Un altro aspetto fondamentale che Bianchi sottolinea è il ruolo della scuola e della famiglia nel contrastare il voice shaming. “Gli insegnanti possono fare molto: organizzare laboratori di sensibilizzazione, promuovere discussioni in classe e offrire supporto mirato. L’ambiente scolastico può diventare il primo luogo in cui il bambino si sente accettato e compreso, piuttosto che giudicato per la sua balbuzie,” afferma Bianchi. La logopedista lavora a progetti di collaborazione con scuole primarie e secondarie in città come Torino e Bologna, dove fornisce consulenze a insegnanti e alunni.

Anche i genitori svolgono un ruolo cruciale. “È importante che i genitori accettino il problema della balbuzie e ne parlino apertamente con i loro figli, evitando di forzare soluzioni rapide o nascondere il disturbo,” spiega Bianchi. “La chiave è ascoltare e comprendere.” In molte città italiane, le associazioni dedicate alla balbuzie stanno promuovendo corsi di sensibilizzazione rivolti alle famiglie, con l’obiettivo di fornire strumenti di supporto emotivo.

About Cesare Demuro

Sono un ragazzo di 20 anni, vengo da Villanova Tulo, in provincia del Sud Sardegna, ma vivo a Cagliari da 2 anni, in quanto studente di Scienze della Comunicazione.

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