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MAB Teatro riporta in scena la Grande Guerra con Emilio Lussu

Uno spettacolo tra memoria e musica, dove la storia diventa poesia e suono. Il recital “Un anno sull’Altipiano”, tratto dal romanzo di Emilio Lussu, offre un viaggio intimo nelle trincee della Prima Guerra Mondiale. MAB Teatro, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il sostegno della Regione Sardegna, rende omaggio ai soldati sardi e alle loro storie, tra ferite, coraggio e resistenza. Adattato da Daniele Monachella, il racconto si intreccia alle musiche originali di Andrea Congia e Andrea Pisu per dare vita a un’esperienza suggestiva e intensa.

Nelle trincee della Grande Guerra, i soldati della Brigata Sassari, noti come Dimonios o “Diavoli Rossi”, vissero momenti di straordinaria coesione, alimentati dal legame profondo che univa i soldati sardi tra loro. Questo sentimento di unità emerge potente in “Un anno sull’Altipiano”, un’opera che Lussu scrisse come atto di ribellione morale contro la guerra e chi la provocava. Attraverso il recital di MAB Teatro, il pubblico può immergersi in un’atmosfera drammatica e intensa, fatta di suoni, luci e parole che rievocano i tragici eventi sul fronte italiano durante la Prima Guerra Mondiale.

Un racconto di guerra che parla di pace e unisce il popolo sardo

Lo spettacolo, patrocinato anche dal Comune di Ittiri e sostenuto dalla Fondazione di Sardegna, prende vita nel contesto del progetto “Teatro Comunale Ittiri TheatrOn Officina mental-dinamica”, che si propone di valorizzare l’identità culturale della Sardegna attraverso la narrazione artistica e la musica. Il recital si basa su una selezione di brani tratti dal romanzo di Emilio Lussu e, nella sua adattazione teatrale, mantiene intatti i riferimenti poetici e letterari che accompagnarono lo scrittore durante la sua esperienza bellica, come l’esergo “Ho più ricordi che se avessi mille anni”, un richiamo ai Fiori del male di Baudelaire.

La forza della narrazione tra suoni e tradizione sarda

L’adattamento di Daniele Monachella utilizza strumenti musicali tradizionali, come le launeddas e i tamburi, per dare voce alla memoria dei soldati caduti. Accanto alla voce recitante di Monachella, la chitarra classica e la loop station di Andrea Congia e i fiati di Andrea Pisu ricreano un accompagnamento sonoro che esalta l’autenticità e la profondità dei testi di Lussu. I suoni provocatori e intensi intrecciano il folklore sardo con un linguaggio universale, esprimendo un messaggio di pace e rifiuto verso la violenza della guerra. Questo spettacolo diventa così un’occasione per riflettere sull’importanza della memoria storica e sulla capacità della musica di trasmettere emozioni e valori universali.

Nel testo di Lussu, emerge la dignità del popolo sardo che, nonostante le divisioni storiche, trovò unità nel motto Forza paris, una frase che rappresenta il senso di solidarietà e di fratellanza. Anche gli antichi dominatori aragonesi, che descrivevano i sardi come “pocos locos y mal unidos”, furono smentiti dall’unità e dal sacrificio dimostrato nelle trincee. La musica e le parole del recital accompagnano il pubblico in questo viaggio fatto di sofferenza, speranza e resistenza, celebrando il valore della memoria e il contributo dei soldati sardi alla storia collettiva.

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