Con l’evoluzione del clima, giardini sostenibili e rigenerativi diventeranno essenziali per migliorare la vivibilità urbana. Marco Scano, agronomo sardo e dottorando all’Università di Sheffield, ha intrapreso uno studio sulle piante ornamentali, concentrandosi sulla loro capacità di adattamento a condizioni estreme. Nei suoi esperimenti, Scano sviluppa soluzioni verdi per affrontare la siccità e il riscaldamento globale, con l’obiettivo di trasformare i giardini urbani in ecosistemi autosufficienti.
A fronte del cambiamento climatico, Londra potrebbe vivere in un clima simile a quello di Barcellona, e Roma potrebbe assomigliare a Marrakech. Questo scenario spinge architetti del paesaggio a immaginare nuovi modelli di progettazione degli spazi verdi nelle città, in linea con le nuove sfide ambientali. Marco Scano, noto agronomo di Tempio Pausania, ha anticipato questo cambiamento da tempo: presso il vivaio di famiglia, ha creato un’area dedicata alla ricerca sulle piante ornamentali e la loro capacità di adattamento al clima. Titolare dell’azienda Pratobello.com, Scano non solo progetta giardini per la Costa Smeralda e la Gallura, ma coltiva personalmente le specie vegetali che impianta, con una sensibilità rivolta alla sostenibilità.
Nel campo sperimentale che ha creato, Scano conduce studi che simulano condizioni climatiche estreme, per verificare come piante di mirto, lentischio e olivastro rispondano a situazioni di stress idrico e termico. Le sue ricerche, parte di un progetto autofinanziato in Sardegna, hanno attirato l’interesse di studiosi e ricercatori di Sheffield, con i quali collabora per innovare l’approccio alla gestione del verde pubblico e privato. In un’intervista all’ANSA, Scano ha descritto l’importanza di superare i “green desert”, ovvero quei giardini sterili composti solo da ampi prati d’erba senza biodiversità. Questa visione comporta una vera trasformazione nella progettazione urbana, dove i giardini devono essere in grado di prosperare senza richiedere un dispendio continuo di risorse come acqua e fertilizzanti, ormai scarse.
Nuove prospettive per i giardini pubblici: verso l’integrazione della natura nelle città
Scano invita le amministrazioni comunali a considerare un modello di giardino pubblico che non solo arricchisca l’estetica urbana, ma che sia anche sostenibile e in sintonia con la natura. Il suo obiettivo è un giardino che rispecchi la vitalità degli ecosistemi, dove la presenza di insetti e altre specie animali contribuisca a creare un ambiente vibrante, rigenerativo e realmente inclusivo per la natura. Grazie al progetto di ricerca in collaborazione con l’Università di Sheffield, l’idea è di creare giardini in grado di imitare la natura, evitando piante ornamentali che richiedano eccessive cure.
Nella sua visione, piante resistenti al caldo e alla siccità – molte delle quali autoctone della Sardegna – possono rappresentare soluzioni ecologiche ed estetiche per le città di tutto il mondo. L’uso di specie come il mirto, il lentischio e l’olivastro, insieme a piante compatibili con i climi più caldi, diventa fondamentale per rendere i giardini urbani autosufficienti e adatti al futuro. L’agronomo, sostenitore di questa filosofia ecologica, è stato scelto come consulente per un progetto a New York, in cui contribuirà alla creazione di un giardino-installazione per la prossima Biennale di Venezia. Questo lavoro innovativo vuole sensibilizzare il pubblico sull’adattamento climatico nelle città e sulle possibilità di rendere gli spazi urbani rigenerativi e resistenti alle sfide climatiche.
Per seguire le attività e i progetti di Pratobello.com, è possibile visitare il sito ufficiale dell’azienda, dove sono disponibili ulteriori informazioni. Anche la Università di Sheffield pubblica aggiornamenti sulle ricerche condotte da Scano e altri agronomi, con un focus sull’importanza dei giardini sostenibili nel contesto delle città moderne.