Un viaggio teatrale tra sogni spezzati e speranze inquiete nel cuore di Napoli, dove l’adolescenza si scontra con la durezza della vita. Roberto Saviano e Mario Gelardi portano in scena una storia che alterna calcio e camorra. In un intreccio di passioni e tragedie, simbolo della difficoltà di crescere in una realtà dove il sogno può trasformarsi in incubo. “Cuore Puro”, spettacolo crudo e poetico, coinvolge un cast eccezionale e l’accompagnamento musicale dei Mokadelic, per un’esperienza intensa e drammatica che parla a tutti.
Dopo il grande successo del Todi Festival, lo spettacolo teatrale “Cuore Puro“, scritto da Roberto Saviano e diretto da Mario Gelardi, torna a emozionare il pubblico al Teatro Eliseo di Nuoro dal 3 al 5 novembre. Lo spettacolo va in scena con orari serali e matinée, attirando un pubblico di appassionati e curiosi. Questo nuovo lavoro rappresenta l’ultima tappa di una collaborazione artistica che Saviano e Gelardi. I due hanno consolidato negli anni, firmando successi come Gomorra (2007), Santos (2010) e La paranza dei bambini (2017).
In “Cuore Puro” si intrecciano le storie di tre ragazzi assoldati dalla camorra come vedette. Vivono una vita pericolosa e precaria tra il sogno di giocare a calcio e il dovere di allertare in caso di arrivo della polizia. In scena ci sono Antonella Romano, Vito Amato, Emanuele Cangiano, Carlo Di Maro e Francesco Ferrante, che danno vita ai personaggi di Saviano. Le musiche originali dei Mokadelic evocano le atmosfere dense e cupe del racconto, accompagnando lo spettatore in un viaggio intenso nel mondo della criminalità e della disillusione. Il disegno scenico è curato da Vincenzo Leone, mentre i costumi di Rachele Nuzzo e le luci di Loïc François Hamelin completano la messa in scena, offrendo una rappresentazione di grande impatto visivo ed emotivo.
Una realtà cupa tra sogni e criminalità: i giovani al confine tra speranza e pericolo
I protagonisti di “Cuore Puro” sono adolescenti intrappolati in un mondo difficile. A guidarli c’è Tonino, figura ambigua che funge da procuratore di calcio ma anche da colluso con la malavita. Tonino offre ai ragazzi la promessa di un piccolo compenso mensile per il loro lavoro di vedette, facendoli sognare un futuro nel calcio ma tenendoli legati a una realtà fatta di compromessi e pericoli. L’uomo si rivela una sorta di moderno Mangiafuoco, un personaggio che ricorda Lucignolo, trascinando i giovani in un “paese dei balocchi” che, sotto l’apparenza dorata, cela un inferno di violenza e miseria. Il campetto di calcio si trasforma così da rifugio a prigione, mentre la presenza della camorra incombe come una spada di Damocle sui sogni dei ragazzi.
L’autore trae ispirazione dalla vita di strada dei ragazzi napoletani, la cui passione per il calcio rappresenta una forma di riscatto e speranza. Il sogno di giocare nei campetti delle periferie diventa l’unico spiraglio di luce in una vita scandita dal controllo e dalla paura. La storia di “Cuore Puro” mostra come, talvolta, inseguire i propri sogni può davvero offrire una via di fuga dalla soffocante realtà criminale.
Tra fiaba e realtà: la formazione dei giovani in un contesto spietato
“Cuore Puro” si sviluppa come una moderna favola nera, in cui ogni personaggio rappresenta una diversa sfaccettatura del percorso di crescita. La piazza diventa un campo di battaglia, mentre i ragazzi vengono messi alla prova in una sorta di lotta per la sopravvivenza. Durante lo spettacolo, uno dei protagonisti, Giovanni, si lascia trascinare dalla passione per il calcio e viene allontanato dal gruppo. Questo evento segna per lui un destino diverso, una possibilità di salvezza che emerge dalla scelta di seguire il proprio istinto e il desiderio di giocare.
I personaggi rimasti, sempre più legati a Tonino, perdono progressivamente la propria autonomia, fino a essere completamente dipendenti dal denaro e dalla “protezione” della camorra. Il cammino verso la perdita dell’innocenza si conclude quando viene loro chiesto di fare un “sacrificio” simbolico. Saviano, in questa storia che riecheggia l’estetica cinematografica di Ken Loach, offre una riflessione amara ma intrisa di una sottile speranza: solo chi trova il coraggio di tirare il rigore, anche sbagliando, può sperare di liberarsi dai vincoli di una realtà che offre ben poche vie di fuga.
Per informazioni e prenotazioni: ten@sardegnateatro.it oppure Whatsapp al numero 340 603 6671. Orari biglietteria: dal lunedì al venerdì dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00.