Dal 1 al 3 novembre 2024, Cagliari si anima con il festival TRANSISTOR – Nuove Generazioni, un evento dedicato al disagio giovanile e all’inclusione sociale. Sotto la direzione artistica di Mauro Mou, la manifestazione coinvolge luoghi significativi come La Vetreria di Pirri e l’Istituto Penale per i Minorenni di Quartucciu.
Il festival TRANSISTOR – Nuove Generazioni rappresenta un’importante opportunità per riflettere sulle problematiche legate al disagio giovanile. In programma dal 1 al 3 novembre 2024, l’ottava edizione del festival propone un ricco calendario di spettacoli, incontri, laboratori e concerti. In questa edizione, il tema centrale è il disagio giovanile, un argomento di grande attualità che si riflette nella vita di molti ragazzi, spesso invisibili ai più. Il festival si tiene in due sedi emblematiche: la storica Vetreria di Pirri e l’Istituto Penale per i Minorenni di Quartucciu, luoghi dove l’arte diventa un mezzo per esplorare e affrontare le difficoltà della gioventù.
Quest’anno, la manifestazione si arricchisce della collaborazione con l’Associazione CCO – Crisi Come Opportunità, che opera attivamente nella formazione e sensibilizzazione dei giovani attraverso l’arte. CCO, attiva da oltre dieci anni, si impegna in progetti di educazione artistica nelle carceri minorili e nelle periferie, proponendo laboratori di teatro, rap, fotografia e cinema. Con il progetto nazionale Presidio Culturale Permanente, l’associazione realizza attività continue negli Istituti Penitenziari per Minori, creando occasioni di crescita e inclusione per i ragazzi coinvolti.
L’importanza della collaborazione tra arte e reinserimento sociale
Mauro Mou, direttore artistico di Cada Die Teatro, sottolinea l’importanza della sinergia tra la sua compagnia e CCO, definendo il festival un’opportunità per dare voce ai giovani. La collaborazione ha dato vita a un progetto culturale innovativo all’interno dell’IPM di Quartucciu, dove l’arte del teatro e della musica diventa un potente strumento per raccontare storie e condividere sogni. “Con il teatro, la musica rap e le percussioni, cerchiamo di costruire uno spazio unico per i ragazzi”, spiega Mou. “Vogliamo che queste esperienze li aiutino a immaginare un futuro migliore, lontano da stigmi e pregiudizi.”
Il festival ha sempre avuto l’obiettivo di stimolare consapevolezza attorno ai temi del disagio minorile, cercando di trasformare le esperienze dolorose in opportunità di crescita. Quest’anno, TRANSISTOR si propone di affrontare le sfide legate alla marginalità dei giovani attraverso l’arte, nella convinzione che il teatro e la musica possano fungere da catalizzatori per il cambiamento sociale. Mou afferma: “L’arte è un veicolo di emozioni, capace di abbattere le barriere e costruire ponti tra il mondo carcerario e quello esterno.”
Un programma ricco di eventi significativi
Il programma di TRANSISTOR prevede eventi di grande spessore, a partire dalla prima giornata, venerdì 1 novembre. Alle 15.30, all’Istituto Penale per i Minorenni di Quartucciu, si rappresenta “Cronaca di una Detenzione Scenica”, uno spettacolo frutto di un laboratorio teatrale che coinvolge i ragazzi detenuti e gli studenti della Scuola di Arti Sceniche La Vetreria. Questo laboratorio mira a creare un dialogo profondo tra chi vive in carcere e chi si trova al di fuori, rompendo le barriere del pregiudizio. Mou spiega che lo spettacolo offre una nuova prospettiva sui giovani detenuti, facendoli apparire come ragazzi con storie e sogni, piuttosto che semplici “colpevoli”.
Nella giornata di sabato 2 novembre, il festival raggiunge il suo culmine con eventi aperti al pubblico. Alle 10.30, si replica “Cronaca di una Detenzione Scenica” al Centro d’Arte e Cultura La Vetreria, seguita da un incontro con la compagnia teatrale Puntozero, proveniente dall’IPM “Beccaria” di Milano. Inoltre, si svolgerà la conferenza “Sprigioniamo l’utopia: Oltre il Castigo”, un’importante riflessione sul sistema penitenziario minorile e sulle possibilità di trasformazione sociale. Con relatori di alto profilo come Maria Gabriella Serra, Barbara Cadeddu e Gianni Loy, l’incontro si propone di immaginare carceri che non siano solo luoghi di privazione, ma spazi di crescita e rinascita.
L’arte come strumento di inclusione e rinascita
Le attività di TRANSISTOR non si limitano agli spettacoli. Dalle 10, sarà visitabile “Sprigioniamo l’utopia”, un’installazione curata da Francesca Pani, realizzata dagli studenti del Liceo Scientifico Pacinotti di Cagliari. Questo laboratorio di architettura invita a riflettere sulle strutture carcerarie non solo come edifici fisici, ma come luoghi intrisi di storie e umanità. Con l’idea che il carcere rappresenti una “città invisibile”, l’installazione si propone di abbattere i pregiudizi e di far emergere la dignità delle persone che vi risiedono. Le parole chiave di questo progetto sono umanità e trasparenza, elementi essenziali per un cambiamento reale nel modo di percepire i detenuti.
Nel pomeriggio del 2 novembre, si svolgerà il laboratorio “Portami Là Fuori”, un momento di interazione e confronto tra i giovani detenuti e artisti che operano in vari istituti penali in Italia. L’arte diventa così un linguaggio comune per raccontare le esperienze di vita e le speranze di un futuro migliore. La serata culminerà con un concerto di musica rap, “Castigo Showcase”, che porterà sul palco diversi artisti, contribuendo a creare un’atmosfera di festa e di condivisione. Questo evento musicale rappresenta non solo un momento di intrattenimento, ma anche una celebrazione della creatività giovanile e della possibilità di un riscatto sociale.
La chiusura del festival, domenica 3 novembre, si svolgerà nuovamente all’Istituto Penale per i Minorenni di Quartucciu, dove gli stessi artisti si esibiranno per i ragazzi detenuti, sottolineando l’importanza di offrire opportunità a chi si trova in una condizione di svantaggio. La continuità delle esperienze artistiche durante il festival rappresenta una speranza per il futuro, mostrando come l’arte possa davvero trasformare vite e comunità.