La rassegna Pezzi Unici porta a teatro la storia “Assange. Colpirne uno per educarne cento” che esplora il rapporto tra informazione e potere con Alessandro Di Battista, tra video, testimonianze e un’indagine senza compromessi
Un appuntamento di forte impatto sociale si prepara ad animare i palcoscenici della Sardegna: mercoledì 6 novembre alle 20:30 al Teatro Massimo di Cagliari e giovedì 7 novembre alle 21 all’AMA / Auditorium Multidisciplinare di Arzachena. Lo spettacolo “Assange / Colpirne uno per educarne cento”, prodotto da Loft Produzioni S.r.l. e distribuito da Epoché ArtEventi, è parte della rassegna Pezzi Unici del CeDAC Sardegna e rappresenta una tappa inaugurale della stagione di prosa e danza 2024-2025 dell’AMA. Scritto e interpretato dall’attivista e giornalista Alessandro Di Battista, lo spettacolo affronta la controversa storia di Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, figura che ha cambiato per sempre il panorama dell’informazione globale, rendendo pubbliche informazioni sensibili e segreti di stato.
Con una struttura narrativa che alterna parole e immagini, il monologo di Di Battista porta in scena non solo la biografia di Assange, ma anche i complessi intrecci politici e diplomatici scatenati dalle sue rivelazioni. Nato in Australia nel 1971, Assange è noto per avere divulgato documenti riservati che hanno smascherato operazioni militari degli Stati Uniti, in particolare in Medio Oriente. A Cagliari e ad Arzachena, grazie alla collaborazione tra CeDAC e Deamater, il pubblico potrà confrontarsi con un argomento di grande attualità, che pone interrogativi sui limiti del giornalismo e sulle implicazioni della libertà di stampa nel mondo contemporaneo.
Alessandro Di Battista racconta l’incredibile vicenda di Julian Assange
Noto per il suo impegno politico e sociale, Alessandro Di Battista ha costruito una narrazione coinvolgente e immersiva, ripercorrendo l’ascesa e le difficoltà di Assange, dall’avvio di WikiLeaks fino alla detenzione presso l’Ambasciata dell’Ecuador a Londra e la successiva incarcerazione nel Regno Unito. Lo spettacolo “Assange / Colpirne uno per educarne cento” rievoca i momenti salienti della carriera del giornalista australiano, come la pubblicazione dei Diari di guerra e del video “Collateral Murder,” che rivelarono gravi violazioni dei diritti umani da parte dell’esercito americano.
Tra le scenografie curate da Giorgia Ricci e la direzione fotografica di Mauro Ricci, Di Battista propone un racconto incisivo, che porta alla luce il lato oscuro del potere, nonché le tattiche dei governi per reprimere la diffusione di notizie scomode. La regia di Samuele Orini intreccia immagini d’archivio e filmati storici per offrire una visione complessa della realtà politica internazionale, in cui le rivelazioni di WikiLeaks costituivano un vero e proprio attacco all’ordine costituito. Lo spettacolo mira a far riflettere sulla posizione di Assange, più volte insignito di riconoscimenti internazionali come il Premio per la Libertà di Parola.
Un monologo che indaga sul giornalismo e sul potere
Di Battista, laureato in Studi Umanistici con un master in Tutela internazionale dei diritti umani, costruisce il monologo basandosi su anni di esperienza nel mondo dell’informazione. Collaboratore de Il Fatto Quotidiano e attivo su The Post Internazionale e L’Indipendente, Di Battista si è distinto per il suo impegno su tematiche politiche e sociali, sempre caratterizzato da una narrazione rigorosa. Il suo spettacolo porta avanti una riflessione urgente e attuale sul ruolo del giornalismo nella difesa della verità e della trasparenza. Attraverso il racconto della persecuzione di Assange, condannato a quasi il massimo della pena nel carcere di Belmarsh, il monologo denuncia il tentativo di mettere a tacere chi osa sfidare l’ordine costituito per esporre le verità taciute dai governi.
La rappresentazione di Di Battista, supportata dalle ricerche di Niccolò Monti, diventa così un’indagine quasi kafkiana che mostra il lato oscuro della modernità, in cui le grandi potenze non si limitano a esercitare il proprio potere, ma cercano di dominare il racconto stesso della storia. L’intento di Di Battista è chiaro: sensibilizzare il pubblico sulla libertà di stampa e sulla necessità di un’informazione indipendente.