Sui generis

Intelligenza artificiale e parità di genere: etica e opportunità

In Sardegna, Sui Generis riunisce esperti per discutere di intelligenza artificiale e gender gap, mettendo in luce rischi e potenzialità. L’iniziativa punta a favorire un uso inclusivo della tecnologia, che non perpetui le discriminazioni già esistenti, ricordando come il gender gap professionale sia ancora lontano dalla risoluzione. Ottenere la parità richiederà oltre un secolo, secondo i dati dell’evento.

A Cagliari, la due giorni di “Sui Generis” ha acceso i riflettori su un tema di grande attualità: il legame tra intelligenza artificiale (IA) e parità di genere nelle professioni. Organizzata dagli Ordini professionali di medici, avvocati, commercialisti e psicologi, la manifestazione si è svolta presso Sa Manifattura con il patrocinio del Consiglio regionale, della Regione Sardegna e del Comune di Cagliari. L’incontro ha sottolineato come l’IA, se non sviluppata con sensibilità, possa contribuire a riprodurre stereotipi e pregiudizi di genere, ostacolando l’inclusione anziché promuoverla. Durante i lavori, esperti e professionisti hanno evidenziato il rischio che l’IA possa replicare le disuguaglianze già presenti nel mondo del lavoro, un settore in cui, secondo il rapporto Global Gender Gap 2022, occorreranno ancora 132 anni per raggiungere la parità tra uomini e donne.

In apertura, Anna Rita Ecca, consigliera dell’Ordine dei medici di Cagliari, ha sottolineato come da dieci anni l’evento “Sui Generis” rappresenti un’occasione per riflettere sulla parità e sulle sfide che la tecnologia comporta. Ecca ha invitato a considerare l’IA come un’opportunità, ma anche come un potenziale pericolo se non gestita in modo etico. Analogamente, Rosanna Mura dell’Ordine degli avvocati ha rimarcato che l’IA deve essere plasmata con principi di uguaglianza, evitando che essa perpetui discriminazioni esistenti. Da parte sua, Angela Quaquero, presidente dell’Ordine regionale delle psicologhe, ha commentato come l’IA stia rapidamente entrando nel mondo delle professioni, con un impatto inevitabile su dinamiche e relazioni sociali.

L’impatto dell’IA sulle professioni e la questione dei dati di genere

Nel corso dell’evento, Emilio Montaldo, presidente dell’Ordine dei medici e odontoiatri della provincia di Cagliari, ha esortato a un impegno collettivo che metta in primo piano le competenze professionali e la valorizzazione delle risorse umane. Secondo Montaldo, le donne affrontano ancora notevoli ostacoli nel mondo del lavoro, e le tecnologie digitali devono servire a superare questi limiti, non a rinforzarli. Una prospettiva condivisa anche da Monica Toraldo di Francia, bioeticista e filosofa della scienza, che ha ribadito come l’IA presenti sia opportunità sia rischi di discriminazione per le donne, soprattutto quelle anziane, in una società sempre più digitale.

La presidente della Commissione pari opportunità degli avvocati, Martina Olla, ha portato l’attenzione sulle implicazioni dell’IA nel trattamento dei dati, aspetto che, secondo lei, trasformerà il lavoro legale nel prossimo futuro. Nonostante ciò, ha notato come attualmente questa trasformazione sia poco percepita da molte avvocate. Anche Susanna Pisano, impegnata a sensibilizzare sull’uso responsabile dell’IA, ha espresso preoccupazione che la tecnologia possa diventare una “disgrazia” se non ben orientata. Per Pisano, è cruciale una regolamentazione che impedisca alla IA di perpetuare discriminazioni strutturali.

Il contributo degli ordini professionali e delle istituzioni locali

L’evento “Sui Generis” ha coinvolto circa settanta relatori provenienti da centri di ricerca, università e ordini professionali, tutti accomunati dall’obiettivo di promuovere una visione equa e inclusiva dell’IA. La segreteria scientifica, coordinata da Tina Baldussi, Anna Rita Ecca, Rosanna Mura, Martina Olla, Susanna Pisano e Angela Quaquero, ha espresso soddisfazione per la partecipazione attiva di colleghi e colleghe e per l’interesse dimostrato dalle istituzioni. Le tematiche affrontate sono state molteplici, dal rapporto tra competenze professionali e IA alla privacy, dall’etica alle politiche per l’inclusione.

I lavori hanno mostrato come sia ancora necessario un impegno per superare le disparità di genere nelle professioni, un obiettivo che richiede la collaborazione tra ordini professionali e istituzioni. Tra i partecipanti di rilievo, nomi come Guido Alpa, Walter Anedda, Elisabetta Camussi e Francesco Mola hanno arricchito il dibattito con interventi sui diritti e l’inclusione, sottolineando l’importanza di norme moderne per una società civile.

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