Un pesce dall’effetto sorprendente: durante l’Impero Romano, il salema porgy veniva consumato per esperienze psichedeliche. Questo pesce è noto per scatenare allucinazioni intense e durature fino a 36 ore dopo il consumo. Gli effetti sono noti fin dall’antichità e rappresentano un esempio unico nella fauna marina.
Conosciuto per il suo nome scientifico Sarpa salpa, il salema porgy è un pesce dal potere particolare. Consumandolo, si possono provare allucinazioni visive e sensoriali molto intense, effetti che possono durare anche 36 ore. Questo fenomeno, sebbene raro, trova le sue origini in un contesto storico e culturale che risale all’Impero Romano. Le fonti storiche descrivono come i romani ricorressero a questa specie ittica per scopi ricreativi, sfruttando gli effetti allucinogeni per esperienze sensoriali che consideravano mistiche o estatiche. Il salema porgy, diffuso nei mari del Mediterraneo e nell’Atlantico orientale, possiede una caratteristica biochimica unica, dovuta alla dieta a base di alghe tossiche che sviluppano effetti psicotropi. Oggi, il consumo di questo pesce rimane interessante per chi si occupa di storia naturale, psicotropia e curiosità sul mondo marino.
il salema porgy e la sua diffusione nel mediterraneo
Le caratteristiche uniche del salema porgy derivano dall’habitat e dalle abitudini alimentari specifiche. Vive prevalentemente nelle acque del Mediterraneo e nelle coste dell’Atlantico, spesso nelle aree a bassa profondità, vicino a rocce e fondali sabbiosi. La dieta di questo pesce, composta di diverse alghe, risulta determinante per il potenziale allucinogeno. Alcune delle alghe presenti in questi ecosistemi contengono tossine che, una volta ingerite dal pesce, rimangono attive e si trasferiscono al consumatore. L’effetto allucinogeno del salema porgy non è uniforme, ma varia in base al luogo di origine e alla quantità consumata, nonché alla specifica reazione dell’individuo. Questa variabilità rende l’esperienza non del tutto prevedibile, aumentando la curiosità e l’interesse verso il fenomeno.
L’uso ricreativo di questa specie nell’antichità è documentato anche su alcuni siti storici e museali che testimoniano pratiche gastronomiche e rituali insoliti.