Durante il convegno “Innovazione tecnologica nel trattamento del tumore alla prostata”, esperti hanno presentato studi pionieristici sulla diagnosi precoce e il trattamento personalizzato. La ricerca si concentra su biomarcatori innovativi come l’Agmatina e i microRNA, nonché sull’impiego di tecnologie avanzate come la chirurgia robotica per migliorare la gestione della malattia.
Il tumore alla prostata continua a essere una delle principali cause di mortalità tra gli uomini, ma gli sviluppi recenti nella ricerca stanno aprendo nuove prospettive per diagnosi e trattamenti sempre più mirati. Il 11 novembre 2024, nella città di Sassari, si è svolto un importante convegno dal titolo “Innovazione tecnologica nel trattamento del tumore alla prostata: dalla biologia molecolare clinica alla robotica”. L’evento ha visto la partecipazione di esperti e ricercatori di alto livello, tra cui il prof. Ciriaco Carru, direttore della Biochimica Clinica dell’Università di Sassari, e il prof. Massimo Madonia, direttore della Clinica Urologica dell’AOU di Sassari.
I risultati presentati al convegno hanno evidenziato i progressi nella diagnosi e nel trattamento personalizzato della malattia, con un focus particolare sull’uso di nuovi biomarcatori come l’Agmatina e i microRNA. Questi strumenti hanno il potenziale per rivoluzionare la medicina oncologica, permettendo ai medici di classificare i pazienti in base al rischio e monitorare la progressione del tumore con maggiore precisione.
I biomarcatori promettenti per una diagnosi precoce
Durante il convegno, il prof. Ciriaco Carru ha sottolineato l’importanza dell’Agmatina come biomarcatore per la proliferazione cellulare nel carcinoma prostatico. I risultati degli studi pubblicati nel 2022 su riviste internazionali come Biomolecules e The Journal of Molecular Diagnostics mostrano come il monitoraggio dei livelli di Agmatina nel sangue possa aiutare a differenziare i pazienti in tre gruppi di rischio distinti. Questo approccio consente una diagnosi più mirata e una gestione della malattia che può variare in base alle caratteristiche individuali del paziente, rendendo il trattamento più efficace.
L’integrazione di questi biomarcatori con le moderne tecniche di oncologia di precisione sta rendendo possibile un approccio terapeutico più mirato, dove le scelte terapeutiche non dipendono solo dalla tipologia del tumore, ma anche dalle caratteristiche molecolari del paziente. Un altro aspetto fondamentale trattato al convegno è stato l’uso dei microRNA come strumenti diagnostici, in grado di regolare processi cellulari cruciali. I microRNA possono contribuire alla comprensione dei meccanismi molecolari alla base del tumore alla prostata, aprendo la strada a terapie sempre più personalizzate.
Collaborazione tra ricerca e tecnologia avanzata
Il convegno di Sassari ha messo in evidenza anche l’importanza della collaborazione multidisciplinare tra ricerca biomedica e tecnologie avanzate. La dottoressa Donatella Coradduzza ha presentato uno studio sui biomarcatori circolanti, che permettono di rilevare precocemente la presenza del tumore e differenziare le forme più aggressive. Questo progresso ha il potenziale di migliorare notevolmente l’efficacia dei trattamenti, personalizzandoli in base alla gravità della malattia e alla risposta del paziente.
Allo stesso modo, la prof.ssa Serenella Medici ha trattato un aspetto fondamentale nella comprensione dei fattori di rischio: l’analisi dei metalli pesanti nel sangue. Secondo la ricerca della Medici, la presenza di determinati metalli potrebbe influire sulla progressione del carcinoma prostatico, aggiungendo una nuova dimensione alla ricerca epidemiologica e alla prevenzione.
Un altro tema fondamentale emerso dal convegno è stato l’utilizzo della biopsia liquida per migliorare la gestione della malattia. Il prof. Giuseppe Palmieri ha spiegato come questa tecnica permetta di identificare mutazioni specifiche nel DNA del tumore, facilitando così la selezione dei trattamenti più adatti per ogni paziente.
Innovazioni nella chirurgia e nel supporto psicologico
Un ulteriore elemento di innovazione trattato al convegno è stato l’uso della chirurgia robotica, in particolare la piattaforma Da Vinci™ Single Port, introdotta recentemente presso l’AOU di Sassari. Questa tecnologia avanzata consente di eseguire interventi chirurgici con maggiore precisione e meno invasività, riducendo i tempi di recupero e migliorando la qualità della vita dei pazienti. Il dott. Alessandro Tedde e la dott.ssa Giusy Romano hanno discusso delle potenzialità della robotica e dei nuovi protocolli terapeutici per i pazienti con carcinoma prostatico.
Oltre agli aspetti tecnici, il convegno ha anche affrontato il tema del supporto psicologico per i pazienti oncologici. La dott.ssa Stefania Sedda ha sottolineato l’importanza di un sostegno emotivo continuo durante il percorso di cura, evidenziando come la gestione dello stress psicologico possa migliorare il benessere complessivo dei pazienti e delle loro famiglie.
Il convegno si è concluso con un ringraziamento speciale alle sezioni Lilt di Sassari e alle altre sezioni regionali, come quelle di Nuoro, Oristano e Cagliari, che hanno svolto un ruolo fondamentale nel supporto della ricerca e nello sviluppo delle strategie terapeutiche innovative.