La mostra “Sguardi Plurali” esplora le migrazioni italiane tra luci e ombre, con un focus sulle esperienze di chi ha attraversato e continua a vivere la trasformazione sociale del nostro paese.
La 2ª edizione della mostra “Sguardi Plurali sull’Italia plurale” ha preso il via il 13 novembre 2024, illuminando il tema delle migrazioni attraverso le fotografie di giovani artisti con un “retroterra migratorio”. In un evento organizzato da Fieri, CSC Carbonia della Società Umanitaria, Università di Bologna e Camera – Centro Italiano per la Fotografia, ventiquattro fotografi hanno raccontato la quotidianità di chi ha vissuto l’immigrazione, che sia arrivato da piccolo o che stia ancora aspettando di ottenere la cittadinanza italiana. La mostra si è aperta alla Biblioteca Comunale di Carbonia, con la partecipazione di alcuni dei protagonisti del concorso fotografico, tra cui i vincitori Mounir Derbal e Deka Mohamed Osman.
Un’iniziativa che vuole dare visibilità a storie spesso silenziose, mettendo in luce la realtà di migranti che, attraverso il loro vissuto e la loro cultura, contribuiscono a rendere l’Italia un paese sempre più stratificato e interconnesso. Pietro Cingolani, antropologo e uno dei promotori del progetto, ha sottolineato come questa iniziativa abbia l’obiettivo di promuovere una società inclusiva, una riflessione sull’integrazione e le nuove sfide sociali. La mostra, dunque, diventa uno strumento per stimolare una consapevolezza pubblica sulle tematiche cruciali del nostro tempo: il razzismo, la violenza di genere, le disparità economiche e il colonialismo culturale.
I vincitori del concorso fotografico: un racconto visivo delle migrazioni
Il concorso che ha preceduto la mostra ha visto come vincitori Mounir Derbal e Deka Mohamed Osman, premiati ex aequo per le loro opere che offrono uno spunto profondo sul tema delle migrazioni. Mounir Derbal, regista e fotografo italo-algerino, ha presentato “Spaccapistoni”, una serie che esplora la marginalizzazione sociale di molte persone attraverso l’immagine di un “sottoproletariato androide”. Con un mix di fotografie d’archivio, scatti originali e immagini create con intelligenza artificiale, Derbal ha affrontato il tema del lavoro sommerso, mettendo in luce le difficoltà di lavoratori come babysitter, cassieri e addetti alle pulizie. La sua narrazione visiva propone un mondo distopico in cui il migrante diventa un “androide”, simbolo di un’integrazione mai compiuta, nonostante le rapide evoluzioni tecnologiche.
Al suo fianco, Deka Mohamed Osman, fotoreporter e visual artist italo-somala, ha vinto con il progetto “Ir-regular life”, che racconta la storia della diaspora somala in Italia durante gli anni ’80 e ’90. Attraverso le sue immagini, Osman ha catturato le esperienze di coloro che, provenienti dal Corno d’Africa, cercavano un futuro migliore in Italia, in un periodo di grande fermento storico per il paese. La giuria ha elogiato la capacità di Osman di preservare la memoria storica di una comunità migrante e di stimolare una riflessione sull’identità e sull’appartenenza interculturale.
Un percorso visivo attraverso le esperienze migratorie in Italia
Il concorso e la mostra hanno avuto il merito di far emergere diverse prospettive sulla migrazione e sull’integrazione in Italia. Ogni fotografo ha offerto una visione personale, ma al contempo universale, che ha permesso di riflettere su come la società italiana stia affrontando, o meno, le sfide legate alla diversità e all’inclusione. Gli scatti dei vincitori, così come quelli degli altri partecipanti, hanno raccontato storie di vita quotidiana, momenti di speranza e di lotta, attraverso l’obiettivo di chi ha vissuto in prima persona la condizione di migrante. La mostra ha quindi rappresentato un’importante occasione per approfondire la conoscenza di una realtà complessa e spesso sottovalutata.
Attraverso la lente dei vincitori, Mounir Derbal e Deka Mohamed Osman, e degli altri artisti, gli spettatori hanno potuto cogliere i colori e le sfumature di una Italia in trasformazione. Una nazione che, pur affrontando le difficoltà legate all’integrazione, continua a evolversi grazie all’arrivo di nuove culture, che si intrecciano con la storia di quella che è stata un tempo la nazione degli emigranti.