La Grande Prosa e Danza teatro massimo Cagliari

Stagione 2024-2025 di Prosa Danza e Circo Contemporaneo

La magia del Nouveau Cirque tra scoppiettanti commedie e riletture di classici. Ecco il ricco cartellone della Stagione 2024-2025 di prosa, danza, circo Contemporaneo organizzata dal CeDAC, https://www.fondazionedisardegna.it/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna. Con il patrocinio e il sostegno della Regione Sardegna e del MiC, Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna. Nove titoli in cartellone da dicembre ad aprile con protagonisti del calibro di Giuseppe Cederna, Lucia Vasini e Lorenzo Lavia con Paolo Triestino, Enzo Decaro.

Il cartellone

ToyBoys

Un divertissement musicale – domenica 15 dicembre alle 21 – con gli scatenati Jashgawronsky Brothers, in scena con “ToyBoys”. Speciale saggio di fine anno di una Scuola di Musica in cui gli allievi si cimentano con un vastissimo repertorio, dai capolavori dei grandi maestri alle canzoni dei Beatles, suonando con dei giocattoli. Tra classici e virtuosistici accenti e melodie pop, gli affiatati Brother Pavel (alias Paolo Rozzi), Brother Richard (Riccardo Pinato), Brother Francis (Francesco Cigana) e Brother Thomas (Tommaso Piron) daranno vita a un concerto-spettacolo che intreccia le arti circensi. Tra giocoleria e acrobazie sommate alla comicità irresistibile dei clowns e la musica, in un susseguirsi di invenzioni e gags. Riflettori puntati sugli irresistibili Jashgawronsky Brothers, reduci da tournées internazionali oltre alle apparizioni sulla ribalta televisiva, da Zelig a Il Circo di Raitre, Music Quiz e Italia’s Got Talent.

Campanilismi


Ironia in scena – venerdì 17 gennaio alle 21 – con “Campanilismi”, uno spettacolo di Elio Turno Arthemalle, da “Il povero Piero” di Achille Campanile, una commedia nera sulle regole e le convenzioni della società, con Alessio Arippa, Valentina Fadda, Gabriele Peirani, Valentino Pili, Chiara Porcu e Angelo Trofa e la partecipazione di Elio Turno Arthemalle (produzione Teatro Impossibile). La divertente pièce mette l’accento sull’ipocrisia e sulla futilità dei riti mondani che fanno da corollario all’improvvisa scomparsa del personaggio del titolo. Tra la necessità di rispettare la volontà del defunto di non annunciarne la morte se non dopo il funerale e l’inevitabile diffondersi della notizia tra parenti, amici e conoscenti, mentre affiorano passioni e conflitti, in un colorato affresco di varia umanità. «E’ probabile che Campanile oggi non sia solo attuale, ma necessario» – sottolinea l’attore e regista Elio Turno Arthemalle.

Dalla A alla Z


Focus sulla danza contemporanea – mercoledì 5 febbraio alle 21con “Dalla A alla Z”, originale co-produzione di Spellbound Contemporary Ballet & Compagnia Zappalà Danza con coreografie di Mauro Astolfi e Roberto Zappalà: un ideale dialogo tra i due artisti, che «si incontrano su un terreno creativo comune, dando vita a un confronto tra due poetiche diverse ma complementari». In programma due creazioni di Mauro Astolfi, “If you were a man” e “A Better Place”, “Dalla A alla Z” rappresenta l’occasione per apprezzare le differenti cifre stilistiche e la poetica di due tra i più importanti autori della scena coreutica italiana.

Le solite stronze


Viaggio nell’universo femminile – sabato 8 febbraio alle 21 – con Carlotta Vagnoli e il suo nuovo monologo dal titolo evidentemente provocatorio, “Le Solite Stronze” con la drammaturgia sonora di Francesco Medda Arrogalla (produzione Mismaonda): la poliedrica scrittrice, autrice e speaker radiofonica, già sex columnist per GQ e Playboy, all’attivo oltre ai saggi “Maledetta Sfortuna”, “Poverine” e “Memoria delle mie puttane allegre” anche il romanzo “Animali Notturni”, propone una galleria di “donne di carta” e figure di spicco della cultura e della politica, come la scrittrice Michela Murgia. In chiave ironica, tra satira e note di costume, Carlotta Vagnoli si affida alle parole della pedagogista Elena Gianini Belotti per introdurre il tema della “differenza”, evoca eroine da romanzo come Emma Bovary e Anna Karenina, oltre alla capricciosa e ribelle Catherine Earnshaw di “Cime Tempestose”, accanto alla comandante Carola Rackete.

Le gratitudini

Un poetico e commovente inno alla vita – sabato 22 febbraio alle 21 – con “Le gratitudini”, dal romanzo di Delphine de Vigan, con la regia di Paolo Triestino, con un’intensa Lucia Vasini nel ruolo della protagonista, Michka, un’anziana correttrice di bozze che prima di “perdere le parole” vorrebbe ringraziare chi le ha salvato la vita. . Una donna dall’animo mite e gentile, assistita da Marie, la figlia di una vicina e da un giovane ortofonista rievoca la sua infanzia nei giorni della Shoah: la pièce teatrale racconta una storia struggente e emblematica ma anche piena di speranza, in cui trovano posto la tenerezza e l’affetto, e il sentimento raro e prezioso della gratitudine.

White out – La conquista dell’inutile


La sfida delle vette, tra la vertigine dell’altezza e il candore della neve – mercoledì 12 marzo alle 21 con “White Out-La conquista dell’inutile”, una creazione del pluripremiato coreografo Piergiorgio Milano, in scena con Javier Varela Carrera e Luca Torrenzieri, con disegno luci di Bruno Teusch e sound design di Federico Dal Pozzo, costumi di Raphaël Lamy, Simona Randazzo e Piergiorgio Milano (che cura anche scenografia e soundtrack) per «un omaggio a tutti gli alpinisti che sono scomparsi o hanno rischiato di scomparire nel bianco senza fine» (produzione Compagnia Piergiorgio Milano). “White Out” – con un titolo che rimanda a una situazione estrema, quando immersi in un bianco accecante, si perde la direzione, quasi al confine tra la vita e la morte.

Non è vero ma ci credo

Un vivido affresco della società – sabato 29 marzo alle 21 – con “Non è vero ma ci credo”, esilarante con Enzo Decaro e con Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Carmen Landolfi, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo e Ingrid Sansone, scene di Luigi Ferrigno, costumi di Chicca Ruocco e disegno luci di Pietro Sperduti, per la regia di Leo Muscato (produzione I Due della Città del Sole). Una pièce brillante incentrata sulla figura di Gervasio Savastano, ricco e avaro imprenditore che «vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura»: nel ruolo interpretato da Peppino De Filippo, Enzo Decaro incarna una maschera contemporanea, una figura tragicomica e grottesca in cui si intrecciano avidità e ambizione e consapevolezza della propria fragilità e della volubilità della fortuna.

Enrico IV – una commedia

Un classico del Novecento – martedì 8 aprile alle 21 – con “Enrico IV – una commedia” dal capolavoro di Luigi Pirandello, nell’adattamento di Fabrizio Sinisi, con Davide Giglio, Giulia Eugeni, Luca Serra Busnengo e Giorgia Cerruti. Con disegno luci e consulenza scenotecnica di Lucio Diana, sound design e fonica di Guglielmo Diana, per la regia di Giorgia Cerruti (produzione Piccola Compagnia della Magnolia – Creazione 2023_Progetto Vulnerabili 22.24). Un’ inedita versione di «un’opera nera» – come sottolinea la regista – venata da un cupo umorismo «che pulsa sotterraneo e che scompone le apparenze, che individua il “contrario” delle cose, per rispondere a un bisogno di cogliere le contraddizioni della realtà». In cui emergono pensieri e stati d’animo, tra il ricordo di un amore giovanile e i molteplici inganni e tradimenti, in una storia intricata e ricca di colpi di scena, in bilico tra farsa e tragedia, normalità e follia.

Otello

Un raffinato gioco metateatrale – lunedì 14 aprile alle 21 – con “Otello” di William Shakespeare nella riscrittura di Francesco Niccolini. Con Giuseppe Cederna nel ruolo di Jago e con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Lucia Socci, Lorenzo Carmagnini, Riccardo Naldini e Elisa Proietti per la regia di Emanuele Gamba (produzione Arca Azzurra). La celebre tragedia elisabettiana trasportata nel teatro delle marionette. Come nella folgorante sintesi pasoliniana di “Che cosa sono le nuvole”, con Totò e Ninetto Davoli e con Domenico Modugno nei panni di un “monnezzaro”, Franco e Ciccio, Adriana Asti e Laura Betti. Un demoniaco Jago, una sorta di custode dell’inferno, rievoca la storia del Moro di Venezia e della bella Desdemona, ovvero afferma Francesco Niccolini, una «tragedia surreale e ridicola, fatta di tradimenti, sospetti e gelosie».

About Alessandra Pili

Attualmente impegnata negli studi Universitari, trovo ispirazione dalla piccole cose e da ciò che la natura offre ogni giorno. Grande appassionata di Aikido e cucina, due arti che permettono di dare sfogo alla mia creatività. La curiosità mi spinge verso tutto ciò che non conosco e che mi possa dare una visione più ampia del mondo.

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