Gli studiosi della Chalmers University di Göteborg puntano su un’alga dai mille usi per ridurre l’impatto ambientale della produzione di proteine e promuovere una dieta più ecologica. Una scoperta che potrebbe cambiare il futuro dell’alimentazione.
La lattuga di mare emerge come una possibile risposta al crescente bisogno di alternative sostenibili alle proteine animali. Gli scienziati della Chalmers University of Technology, a Göteborg, stavano studiando da tempo nuove fonti proteiche che potessero bilanciare l’esigenza di una dieta sana con la necessità di ridurre l’impatto ambientale. Questo particolare tipo di alga marina, già noto per i suoi usi culinari in alcune culture asiatiche, potrebbe conquistare un ruolo centrale anche nei mercati occidentali.
Secondo i ricercatori, il ciclo produttivo della lattuga di mare offriva un vantaggio significativo rispetto alla tradizionale filiera della carne. La coltivazione e la raccolta di queste alghe non richiedevano terre arabili né un impiego massiccio di acqua dolce, risorse sempre più scarse. Inoltre, la loro raffinazione per ottenere proteine destinate al consumo umano non generava le stesse quantità di emissioni di gas serra associate agli allevamenti intensivi. Uno studio dettagliato su queste proprietà era stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Food Chemistry, fornendo una solida base ai sostenitori di questa innovazione.
Una soluzione alimentare tra sostenibilità e versatilità
Gli esperti della Chalmers University erano convinti che le proteine ricavate dalla lattuga di mare potessero inserirsi facilmente in numerosi prodotti alimentari, grazie alla loro versatilità e al gusto neutro. Questo rendeva l’alga un’opzione ideale per l’industria alimentare, che cercava alternative da proporre ai consumatori attenti all’ambiente e alla salute.
La lattuga di mare, infatti, offriva un profilo nutrizionale ricco di vitamine, minerali e amminoacidi essenziali, posizionandosi come un’alternativa di qualità alle tradizionali fonti proteiche. Nel contempo, il processo produttivo aveva un’impronta ecologica nettamente inferiore rispetto alla produzione di carne o latticini. Secondo le prime analisi, le coltivazioni di lattuga di mare potevano anche contribuire alla depurazione delle acque marine, rendendola una risorsa multifunzionale.
Gli studiosi speravano di promuovere il consumo di questa alga in Europa attraverso collaborazioni con aziende alimentari e campagne di sensibilizzazione. Per approfondire il lavoro della Chalmers University, è possibile consultare il sito ufficiale e la rivista Food Chemistry, dove lo studio è stato pubblicato.