Le infezioni ospedaliere colpiscono l’8,2% dei ricoverati: un dato allarmante rispetto alla media europea
L’Italia detiene un triste primato in Europa per i decessi legati all’antibiotico-resistenza (AMR). Ogni anno circa 12.000 persone muoiono a causa di infezioni causate da batteri resistenti ai trattamenti, una cifra che sottolinea la gravità del problema. Le infezioni contratte durante i ricoveri ospedalieri colpiscono l’8,2% dei pazienti italiani, contro una media del 6,5% in Europa. Tra le principali cause vi sono un uso eccessivo di antibiotici e differenze regionali nell’applicazione delle misure preventive. In regioni come la Sicilia, per esempio, la resistenza di batteri come Klebsiella pneumoniae ai carbapenemi raggiunge il 60%, mentre in altre, come la Provincia Autonoma di Trento, il tasso è solo del 3,1%.
Per affrontare questo fenomeno, è attivo il Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025, che adotta un approccio multidisciplinare per promuovere buone pratiche in ambito sanitario. Tra queste, l’igiene delle mani e il miglioramento delle condizioni ambientali nei nosocomi risultano cruciali per ridurre il rischio di infezioni. Maggiori dettagli sulle strategie del PNCAR sono disponibili sul sito ufficiale del Ministero della Salute qui.
Innovazioni tecnologiche e buone pratiche per contrastare l’AMR
Un passo significativo verso il monitoraggio delle infezioni antibiotico-resistenti è rappresentato dalla piattaforma clinica “Resistimit”, che connette 30 centri di malattie infettive a livello nazionale. Grazie a questa rete, dati aggiornati su infezioni, mortalità e tendenze epidemiologiche vengono elaborati con l’intelligenza artificiale per prevedere scenari futuri. Il progetto, sviluppato con il supporto di istituzioni come la SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), mira a uniformare i trattamenti e ridurre l’abuso di antibiotici.
Nonostante questi sforzi, i numeri restano preoccupanti: ogni anno si verificano in Italia circa 530.000 infezioni correlate all’assistenza (ICA), un terzo delle quali dovute a batteri resistenti. L’adozione di pratiche virtuose e la sensibilizzazione dei cittadini restano centrali per ridurre l’impatto dell’AMR e salvaguardare il sistema sanitario nazionale.