ACIT CAGLIARI Associazione Culturale Italo-Tedesca, in collaborazione con Spazio 2001 Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari Goethe-Institut Alliance Française presenta Cinema Tedesco Oggi 2024. https://cagliariturismo.comune.cagliari.it/it/events/cinema-tedesco-oggi
CINEMA TEDESCO OGGI
Cinema Odissea, Viale Trieste 84
Ingresso libero e gratuito
La 24^a edizione della rassegna Cinema Tedesco Oggi, che prende quest’anno il titolo Affinità elettive Letteratura e cinema, prosegue al Cinema Odissea con i film Die Blechtrommel (Il tamburo di latta, regia di Volker Schlöndorff, 1979), sarà proiettato domenica 24 novembre alle ore 11:00, e Berlin Alexanderplatz (regia di Piel Jutzi, 1931) sarà presentato da Antioco Floris martedì 26 novembre alle 21:15.
La rassegna CINEMA TEDESCO OGGI 2024 è organizzata ai sensi della L.R. n.15/2006 art.15 della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione Spettacolo e Sport, col contributo della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Cagliari, Servizio Sport, Cultura, Spettacolo e la collaborazione di Goethe-Institut, Cineteca Sarda, Spazio 2001, Alliance Française.
I film sono proiettati in lingua originale tedesca con sottotitoli in italiano. L’ingresso è libero e gratuito.
Per ulteriori informazioni e proiezioni scolastiche contattare 3487292509 o acitcagliari@tiscali.it.
Domenica 24 novembre 2024, ore 11:00
Die Blechtrommel Il tamburo di latta Regia di Volker Schlöndorff Germania Ovest/Francia/Polonia/Jugoslavia, 1979, v.o. sott.it., col., 136’, con David Bennent, Angela Winkler, Mario Adorf
Il piccolo Oskar Matzerath, nato in Germania nel 1924 con un’intelligenza superiore alla media, dimostra da subito di essere un bambino estremamente precoce e intelligente. Già tra le braccia della madre, il neonato inizia a guardare a ciò che lo circonda con grande scetticismo. Quando per il suo terzo compleanno gli viene regalato un tamburo di latta, decide di smettere di crescere per protestare contro il mondo ipocrita e intrigante degli adulti. Da quel giorno in poi si sviluppa intellettualmente e come uomo, ma il suo aspetto fisico lo allontana dal mondo degli “adulti”. Mentre il mondo caotico intorno a lui scivola nella follia della Seconda Guerra Mondiale, Oskar tamburella senza sosta sul suo amato tamburo di latta e perfeziona le sue urla inquietanti. Nel 1945 dopo la fine della guerra Oskar decide di voler riprendere a crescere.
Il tamburo di latta è l’adattamento visionario di Volker Schlöndorff dell’acclamato romanzo di Günter Grass (Premio Nobel per la Letteratura), caratterizzato da immagini surreali, erotismo intrigante e satira tagliente. Il film ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes del 1979 e un anno dopo l’Oscar come miglior film straniero.
Martedì 26 novembre 2024, ore 21:15
Berlin Alexanderplatz Regia di Piel Jutzi Germania 1931, v.o. sott.it., b/n, 88’, con Heinrich George, Maria Bard, Margarethe Schlegel, Bernhard Minetti.
Introduzione di Antioco Floris Docente di Estetica del cinema e di Tecniche del cinema e degli audiovisivi Università degli Studi di Cagliari.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo del 1929 di Alfred Döblin, che ne curò la sceneggiatura. Protagonista è Franz Biberkopf, ex operaio appena uscito di galera, che vuole ricominciare una vita onesta facendo il venditore ambulante. Conosce Cilly, il cui ex amante Reinhold cerca di coinvolgerlo in loschi affari. Franz inizialmente si oppone, ma in seguito a un grave incidente è costretto a cedere. Si lega poi sentimentalmente a una ragazza di nome Mieze, grazie alla quale decide di percorrere un’altra strada. Per vendetta Reinhold tenta di sedurre Mieze, ma non riuscendoci la uccide. La polizia indaga sull’omicidio e riesce a intervenire in tempo per impedire a Franz di uccidere l’assassino dell’amata. Reinhold viene arrestato e condannato a 15 anni di prigione, mentre Franz torna a fare nuovamente il mestiere di venditore ambulante.
Grazie all’incontro con Emil Jannings (il noto attore che impersona il professor Rath dell’Angelo azzurro) Döblin s’interessa alla trasposizione cinematografica del suo romanzo: “Il film sonoro fa parlare direttamente Franz Biberkopf e perciò, dal punto di vista acustico, è più autentico del romanzo.” Il film viene prodotto durante l’ascesa del Nazionalsocialismo. Anche per questo rinuncia a temi presenti nell’opera letteraria, come la politica, l’omosessualità, gli ebrei. Poco dopo la sua uscita Döblin dovrà fuggire dalla Germania nazista, mentre il regista e l’attore protagonista avranno un ruolo attivo nella cinematografia del regime.