Uno studio legale al servizio delle donne: il racconto delle avvocate che si battono contro la violenza di genere
In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la nostra redazione ha approfondito il lavoro dello studio legale Le Avvocate. Fondato da cinque professioniste, lo studio si dedica alla tutela dei diritti delle donne, offrendo supporto legale e umano alle vittime di violenza. L’intervista alle dottoresse Isabella Ferretti e Alessandra Lentini ha permesso di esplorare i meccanismi legali e sociali che circondano questa tematica cruciale.
Il confine tra conflitto e violenza: una linea sottile ma necessaria
Secondo le avvocate, uno dei principali ostacoli nella lotta contro la violenza di genere è la difficoltà nel distinguerla da un semplice litigio. Isabella Ferretti spiega come la violenza, diversamente dal conflitto, si manifesti attraverso un rapporto di dominio e sottomissione, spesso invisibile a un’analisi superficiale. Il conflitto è caratterizzato da scambi verbali tra parti in equilibrio, mentre la violenza crea una asimmetria di potere, che può essere fisica, psicologica o verbale.
Un esempio pratico offerto nell’intervista evidenzia questa distinzione: un litigio può consistere in uno scambio di insulti tra coniugi, ma diventa violenza quando una parte utilizza minacce per imporre il proprio controllo, generando paura nell’altra persona. La definizione di violenza, come sottolineato dalle professioniste, deve quindi tenere conto della percezione di sottomissione e del contesto di paura vissuto dalla vittima.
Gli strumenti legali e sociali per affrontare la violenza
Lo studio Le Avvocate si distingue per un approccio mirato a garantire la sicurezza delle vittime prima ancora di intraprendere azioni legali. Alessandra Lentini, specializzata in diritto civile, evidenzia l’importanza di creare percorsi individualizzati, dalla separazione coniugale alla denuncia penale, sempre considerando i tempi emotivi delle donne coinvolte.
Tuttavia, non mancano ostacoli strutturali. Barriere economiche e retaggi culturali spesso frenano le vittime dal denunciare. Inoltre, nonostante la presenza di strumenti come i centri antiviolenza e il numero nazionale 1522, la loro scarsa conoscenza ne limita l’efficacia. Lentini sottolinea come il coinvolgimento parallelo con centri specializzati possa aumentare significativamente la protezione offerta alle vittime.
Educazione e sensibilizzazione: le chiavi per un futuro senza violenza
Le avvocate insistono sull’importanza di promuovere la consapevolezza attraverso l’educazione. L’integrazione nelle scuole di percorsi dedicati all’educazione sentimentale e sessuale è vista come un passo fondamentale per prevenire la violenza di genere. In particolare, si auspica una maggiore attenzione verso i giovani, spesso inconsapevoli delle dinamiche di controllo e violenza che possono emergere anche in relazioni apparentemente normali.
In conclusione, l’intervista alle avvocate Ferretti e Lentini ci ricorda che il 25 novembre è solo un punto di partenza per affrontare una piaga sociale complessa. Parlare di violenza di genere non è sufficiente: serve un impegno costante e concreto per proteggere le vittime e cambiare una cultura ancora troppo permissiva verso il dominio e l’abuso.