Il centesimo passo, incontro con Giovanni Impastato fratello di Peppino
Ricordare Peppino Impastato significa comprendere e combattere le mafie di oggi. Ne parliamo con Giovanni Impastato, fratello di Peppino e fondatore dell’Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, Ettore Cannavera della Comunità la Collina di Serdiana, Maria Cristina Ornano, Presidente del tribunale di Sorveglianza di Cagliari, e Graziano Pintori dell’ANPI provinciale di Nuoro. Durante gli anni delle battaglie di Peppino Impastato, una delle cause che impedivano di conoscere e capire le mafie era l’omertà diffusa in tutti i livelli sociali. Oggi, rischiamo di non comprendere la portata reale delle mafie a causa dell’enorme quantità di informazioni, allusioni, appiattimenti e fake news che accompagnano le inchieste giudiziarie e le narrazioni sulle mafie.
Omertà e sovra informazione possono convergere allo stesso risultato: impedire di comprendere la reale natura delle associazioni “illegali” di potere e controllo del territorio, svelare gli storici rapporti e intrecci con parte del potere legale, o quantomeno la convergenza di alcuni interessi. Mettere tutto in un calderone indistinto giustifica accanimenti giudiziari sproporzionati e puntare tutto sulla repressione, soprattutto quando ci si trova in difficoltà con le indagini o di fronte ad allarme e paure diffuse a livello sociale. Anche quando “sparano meno”, le mafie si infiltrano comunque in maniera diffusa e subdola nell’economia e nella gestione dei territori.
Alcuni atteggiamenti della politica e dell’economia somigliano sempre più ad alcune delle modalità tipiche della criminalità organizzata
Non è facile capire se si tratti di un’ulteriore conquista di nuovi territori da parte delle mafie, o della fase matura di un capitalismo liberista sempre più brutale. Saper leggere, senza paraocchi o pregiudizi, anche alcuni degli ultimi avvenimenti in terra sarda può essere decisivo per evitare di rimanere ignari e impotenti o, peggio ancora, pedine di battaglie non nostre. Una convinzione o leggenda vuole che in Sardegna non ci siano “né vipere né mafie”, anche se una delle teorie sulle origini della camorra la riconduce alla Cagliari del tredicesimo secolo.
Anni fa Pino Arlacchi scriveva che in Sardegna la mafia non poteva attecchire per via della forte caratterizzazione della cultura pastorale isolane. Eppure, altra “diceria” vuole che il potere da noi sia determinato, da decenni, dal connubio fra le varie “emme” (mattone, medicina, massoneria, militari), e il sospetto che un’altra emme cerchi di cementare il tutto viene facile. Cogliamo quindi l’occasione della presenza di Giovanni Impastato per provare a capirne un po’ di più, mettendo a confronto il fondatore della Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, la sua ultradecennale esperienza, con alcune figure che conoscono il nostro territorio e le dinamiche che ruotano attorno ad affari e interessi più o meno legali.