Educare al digitale: una petizione per regolare l’uso degli smartphone tra i più giovani
Un patentino digitale e il divieto di smartphone sotto i 13 anni: la proposta di Giuseppe Lavenia e Roberta Bruzzone mira a proteggere i giovani dai rischi del digitale e a sensibilizzare famiglie e istituzioni.
L’ottava Giornata nazionale sulle dipendenze tecnologiche e il cyberbullismo, che si terrà il 30 novembre 2024 a Siena, porta al centro del dibattito una proposta innovativa: un patentino digitale per educare ragazzi e famiglie a un uso consapevole della tecnologia, oltre al divieto di smartphone per gli under 13. L’iniziativa nasce da Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione DiTe, e Roberta Bruzzone, presidente dell’Accademia internazionale delle scienze forensi (Aisf).
I promotori hanno lanciato una raccolta firme su Change.org, chiedendo al Governo di legiferare in materia. “L’utilizzo precoce degli smartphone è un problema crescente, che espone i giovani a rischi come il cyberbullismo e le dipendenze digitali,” afferma Lavenia. La proposta non si limita a vietare l’uso degli smartphone sotto una certa età, ma mira a introdurre un percorso formativo che coinvolga genitori e ragazzi, fornendo strumenti concreti per navigare il mondo digitale in modo sicuro e responsabile.
Cyberbullismo e dipendenze: il cuore del problema
Secondo Roberta Bruzzone, regolamentare l’accesso al digitale è una necessità urgente, specialmente in un’epoca in cui il cyberbullismo è in aumento tra i giovanissimi. “Abbiamo bisogno di educare le famiglie e i ragazzi,” spiega Bruzzone, sottolineando come un patentino digitale possa fungere da base per costruire una cultura digitale più sana.
Durante l’evento di Siena verranno affrontati temi cruciali legati all’abuso delle tecnologie, evidenziando come una regolamentazione mirata possa prevenire situazioni di disagio. “Il patentino non è solo un divieto, ma una guida per comprendere i rischi e sfruttare al meglio le potenzialità del digitale,” conclude Bruzzone.
Con oltre 500 mila firme già raccolte, la petizione rappresenta un segnale forte per un cambiamento culturale che metta al primo posto il benessere dei giovani e la loro sicurezza nel mondo digitale.