La Coda del Diavolo: su Sky il nuovo thriller con Luca Argentero girato in Sardegna
Sante Moras, ex poliziotto e ora guardia carceraria interpretato da Luca Argentero, nel nuovo film di Sky, viene accusato ingiustamente di omicidio. Durante il suo turno di custodia, un uomo colpevole di aver seviziato e ucciso una ragazza viene trovato morto. Costretto a fuggire, Sante è inseguito dal determinato commissario Tommaso Lago (interpretato da Francesco Acquaroli). Per salvarsi, decide di cercare la verità. Con l’aiuto di Fabiana Lai (interpretata da Cristiana Dell’Anna), una giornalista che segue il caso, scopre verità sconcertanti. Non è l’unico in pericolo e deve agire rapidamente per evitare che altre ragazze innocenti vengano uccise.
Franco Cuccureddu, Assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, dichiara: “La Coda del Diavolo dimostra come la Sardegna sia sempre più vista come una terra ideale per l’adattamento di importanti opere letterarie da parte di produzioni nazionali e internazionali di grande richiamo. Location straordinarie come le coste galluresi o i boschi di Tempio dimostrano la grande varietà non solo sul piano turistico e paesaggistico ma anche cinematografico e drammaturgico, svelando inedite potenzialità narrative anche per thriller o polizieschi come questo”.
Alla regia del lungometraggio, tratto dall’omonimo romanzo del 2018 di Maurizio Maggi ed edito da Longanesi, troviamo Domenico De Feudis, regista e sceneggiatore pugliese. Già assistente alla regia per la “Grande Bellezza” e “Loro” del Premio Oscar Paolo Sorrentino, ha realizzato “Il Legame” con protagonisti Mia Maestro e Riccardo Scamarcio, approdato sulla piattaforma mondiale Netflix nell’ottobre 2020. Ha realizzato anche diversi cortometraggi tra cui “Il corridoio del grande albergo”, tratto da un racconto di Dino Buzzati (La Boutique del mistero) e “L’ora del buio” che partecipa a importanti festival, tra cui il prestigioso Sitges Film Festival.
Il regista De Feudis racconta:
“Mi hanno sempre affascinato le storie di uomini emarginati che affrontano le avversità in maniera temeraria per riscattarsi dalla loro condizione. La Coda del Diavolo parla di questo. Sante Moras è un alieno, un uomo profondamente ferito dalla vita, che ha scelto di rendersi invisibile e di auto recludersi. La sua “paralisi” viene però interrotta da un nemico, anch’esso invisibile, che lo costringerà a una lunga fuga dove dovrà dimostrare la sua innocenza. In questo senso ho trovato necessario portare i personaggi ad avere un ampio respiro, con l’obiettivo di dare alla vicenda toni epici. Per questo ho voluto fotografare la Sardegna come un limbo, dove i personaggi fluttuano smarriti nella natura incontaminata e ventosa. La Costa Smeralda che conosciamo, con il freddo si plasma, diventando spettrale, avvolta dalla nebbia e dal mare increspato”.