Dalla cripta di Santa Restituta a oltre 800 monumenti aperti in tutta Italia, Massimiliano Messina ci racconta Monumenti Aperti, la manifestazione che celebra il patrimonio culturale con il coinvolgimento di scuole, associazioni e migliaia di visitatori. Una storia di passione e valorizzazione del territorio.
Monumenti Aperti nasce nel 1993 grazie all’entusiasmo di un gruppo di giovani appassionati di Cagliari. Con Massimiliano Messina ci sono anche Vito Biolchini, Armando Serri, Massimiliano Rais, e Giuseppe Crobu. Giovani giornalisti in erba che, nelle scalette di Sant’Anna, a Stampace, riflettono sulla necessità di far conoscere i monumenti meno noti della loro amata città. Nasce l’associazione Ipogeo, il progetto prende forma già nel 1994, quando il gruppo riesce a rendere visitabile ogni domenica la cripta di Santa Restituta , un luogo affascinante ma fino ad allora chiuso al pubblico.
A raccontarcelo è proprio uno di loro, Massimiliano Messina, oggi presidente dell’ associazione Imago Mundi, che ci spiega come si è arrivati nel maggio 1997 alla prima edizione ufficiale della manifestazione, organizzata con il sostegno dell’assessore Gianni Filippini. Il monumento simbolo di quell’anno fu la torre di San Pancrazio , aperta dopo anni di chiusura. Da allora, l’evento è diventato un appuntamento annuale sempre più partecipativo, coinvolgendo scuole, associazioni e migliaia di visitatori. Nel 1999 nasce Imago Mundi: associazione culturale che si assume, con il suo fondatore e per tanti anni presidente Fabrizio Frongia, il ruolo di coordinare la manifestazione e che si occupa tuttora dell’organizzazione e promozione dell’evento, collaborando con enti locali e realtà scolastiche.
Il valore delle scuole e lo sbarco sulla penisola
« Il coinvolgimento delle scuole è diventato il valore aggiunto, pedagogico e didattico della manifestazione che ha dato una spinta in più, e ha portato il progetto ad avere anche importanti riconoscimenti in Italia e in Europa » – racconta Messina – «studenti e docenti sono il cuore fondante della manifestazione, vanno a comporre l’ esercito pacifico di volontari che quest’ anno sono stati più di 18000 ». Per Monumenti aperti l’apporto delle scuole, di ogni ordine e grado, è fondamentale, sono coinvolte tutte, dalla primaria fino alle università. Quella di Cagliari è partner storica di Monumenti aperti, e contribuisce con un apporto importante, anche con alcuni progetti realizzati all’interno della manifestazione.
I rapporti con le scuole sono ben strutturati, ogni anno la segreteria organizzativa fa partire le lettere di adesione e da quelle risposte si mette in moto la macchina di Monumenti aperti. «Alcune scuole sono fidelizzate e hanno monumenti prediletti che vogliono adottare, dove gli studenti vanno a fare le visite guidate».
Messina ci racconta che nei primi anni 2000 la manifestazione si è evoluta, ha iniziato a espandersi nella regione, in città come Alghero e Sanluri. La rete è cresciuta sempre più e oggi si contano tra i 60 e i 70 comuni sardi che partecipano ogni anno a Monumenti aperti. Dopo aver diffuso la manifestazione nell’ isola, dal 2013 la manifestazione è sbarcata anche nella penisola, coinvolgendo località in Piemonte, Emilia Romagna, Puglia, Lombardia, Lazio con un esperimento in un quartiere di Roma. Città d’ arte importanti come Ferrara, Bitonto, Como e Cantù sono state interessate dalla manifestazione.
I monumenti più gettonati e la riscoperta dei “gioielli” nascosti
La partecipazione a Monumenti aperti da parte dell’isola è forte. Non è facile fare una stima dei monumenti più visitati, essendo più di 800 i monumenti aperti. Guardando Cagliari, Massimiliano Messina ci dice che « tra i monumenti più gettonati continuano a esserci luoghi come l’ Orto botanico, la chiesa di Sant’Efisio o Palazzo regio». Ma anche monumenti che sono stati resi visitabili con una certa continuità grazie al successo che ha avuto Monumenti aperti. Un esempio sono i sotterranei dell’ ospedale civile San Giovanni di Dio o la casa massonica palazzo Sanjust, con oltre 3000 presenze. E poi, sottolinea Messina con emozione e orgoglio, « ancora oggi la cripta di Santa Restituta, dove tutto è iniziato, continua a essere molto visitata».
Ci sono monumenti che oggi possono essere aperti e resi visitabili anche grazie alla spinta data da Monumenti aperti. Messina sottolinea che « Monumenti aperti ha questo compito, tracciare un solco, una strada alla valorizzazione del patrimonio culturale». Anche quest’ anno Monumenti aperti ha portato delle novità, particolarmente visitate, come l’area archeologica di vico III Lanusei a Cagliari. E ancora l’aula magna Maria Lai, parte del polo giuridico-economico dell’ università di Cagliari, oppure palazzo Baffi, luoghi che non sempre sono visitabili.
Ci sono siti e chiese che non sempre sono aperti e visitabili, nelle città ma soprattutto nei piccoli paesi. Aree archeologiche e chiese romaniche campestri che si fatica a tenere aperti e in cui non vi è possibilità di poter seguire una visita guidata. Eppure – ci ricorda Messina – «è difficile trovare un paese o comune che non abbia un gioiello da mettere in mostra». Ed ecco che allora Monumenti aperti diventa l’ occasione per aprire questi siti e renderli visitabili, ci spiega Messina «con delle visite guidate molto accurate, e per questo devo ringraziare le scuole, i docenti e i ragazzi volontari che rendono la visita ancora più appetibile».
L’evoluzione naturale di Monumenti aperti
I prossimi appuntamenti con Monumenti aperti saranno il prossimo anno con la 29° edizione, a partire dalla primavera. Il 2025 segna una prospettiva importante di ampliamento a livello nazionale per il progetto. Messina ci spiega che questo sarà possibile grazie a un bando del Ministero del Lavoro a cui Imago Mundi ha partecipato «attraverso questo finanziamento la manifestazione si potrà svolgere in quasi tutte le regioni italiane».
Questa è la nuova scommessa di Monumenti aperti «una prospettiva importante per quanto riguarda la crescita a livello nazionale del progetto, che ci inorgoglisce» ci dice Massimiliano Messina. A tal proposito, ci rivela, «da due anni a questa parte è nato un comitato per la creazione di una fondazione a comunità di patrimonio di Monumenti aperti, secondo le direttive della convenzione di Faro». Questo perché Monumenti aperti ha bisogno di diventare un soggetto giuridico forte in vista delle nuove e grandi sfide che affronterà. La fondazione, che vedrà la luce a breve, è il delta naturale che la manifestazione è destinata a prendere per garantire la sua sopravvivenza. All’interno anche Imago Mundi continuerà il suo lavoro di gestione della grande macchina che è Monumenti aperti.