Tra stipendi fermi e trasporti sempre più costosi, i docenti fuori sede affrontano una crisi economica aggravata dall’inflazione. Il Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani lancia l’allarme: la mobilità durante il periodo natalizio è ormai un lusso. Dal rincaro dei biglietti aerei e ferroviari alle proposte per sostenere gli insegnanti, ecco il quadro di una professione che fatica a mantenere la propria dignità economica.
Inflazione e rincari: un Natale da incubo per i docenti
In un periodo di feste che dovrebbe essere dedicato alla famiglia, i docenti fuori sede si trovano a fare i conti con una realtà amara: viaggiare per tornare a casa è sempre più difficile. Secondo i dati ISTAT, a novembre 2024 l’inflazione ha segnato un incremento annuale dall’1,4%, con un picco del 2,6% per il carrello della spesa. A questo si aggiunge l’impennata dei prezzi nei trasporti, particolarmente critica nelle tratte tra il Nord e il Sud Italia.
I numeri parlano chiaro: un biglietto Ryanair da Milano Malpensa a Palermo, tra il 20 e il 22 dicembre, costa tra i 163 e i 192 euro, con una sola borsa a mano inclusa. Non va meglio per chi vola da Pisa a Lamezia, dove i prezzi variano tra i 140 e i 164 euro. La situazione si complica ulteriormente per i treni: un viaggio da Milano a Reggio Calabria può arrivare a costare 345 euro, con cambio obbligato a Roma e una durata di quasi 10 ore. Anche la tratta Milano-Lecce presenta tariffe proibitive: un biglietto di sola andata il 20 dicembre parte da 168 euro con Trenitalia, mentre Italo offre un’opzione per Bari a 107,9 euro.
Le richieste del Coordinamento e le difficoltà crescenti
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina Diritti Umani ha espresso preoccupazione per quella che definisce una vera e propria emergenza povertà nella classe docente. Gli stipendi, già considerati insufficienti per affrontare il costo della vita in costante aumento, rendono impossibile sostenere spese straordinarie come quelle richieste per i viaggi natalizi.
Tra le proposte avanzate dal Coordinamento, c’è l’idea di una carta viaggio annuale del valore di 500 euro, destinata ai docenti fuori sede, sia di ruolo che precari. Altre misure suggerite includono i buoni pasto per chi deve partecipare a attività scolastiche fuori dall’orario ordinario e convenzioni tra il MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito) e le catene di supermercati per contrastare i rincari dei beni di prima necessità.
I sacrifici richiesti ai docenti, sottolinea il Coordinamento, sono sempre maggiori, ma la difficoltà di vivere con stipendi bloccati e costi crescenti sta raggiungendo livelli insostenibili. Per affrontare la crisi, si chiede al ministro Giuseppe Valditara di intervenire anche sulla mobilità interprovinciale, agevolando i trasferimenti verso le città di residenza per i docenti titolari da oltre un decennio in sedi lontane.