La pedagogia della memoria per un viaggio indietro nel tempo, l’opera di Marco Demurtas: Juliovernia
Leggere un libro può diventare una terapia? Mettere su carta i ricordi e le emozioni può trasformarsi in uno strumento per elaborare il dolore e riscoprire la propria identità? Questo è ciò che sostiene l’educatore e regista Marco Demurtas nel suo libro Juliovernia. A metà strada tra narrativa e manualistica, rappresenta il frutto di diversi anni di studio e sperimentazione nel campo della scrittura creativa.
Il progetto, già presentato sotto forma di reading letterario in varie biblioteche e teatri della penisola. Ospitato al Salone Internazionale del libro di Torino, è ora diventato una vera opera letteraria. Questo grazie alla sensibilità e intraprendenza dell’editore Giovanni Fara della Catartica Edizioni.
Juliovernia verrà presentato ufficialmente a Sassari venerdì 6 dicembre alle 18 alla libreria Dessì di Largo Cavallotti. Durante la serata, l’autore, accompagnato dalla scrittrice e performer Maria Daniela Carta, condurrà il pubblico attraverso i personaggi dei suoi racconti, in un suggestivo viaggio indietro nel tempo, alla scoperta della propria interiorità.
“E’ proprio questo l’aspetto empirico della scrittura immersiva” dice Demurtas. “Utilizzando come modello le mie storie, nate dalla rivisitazione dei miei ricordi d’infanzia e dalle mie percezioni, vorrei proporre ai lettori un esercizio emotivo di rivelazione di quei vissuti che giacciono negli spazi più profondi della memoria”.
Le tecniche utilizzate dall’autore nella creazione dei racconti. Alcuni dei quali nati all’interno di laboratori artistici, realizzati in Centri di Aggregazione e Comunità Terapeutiche. Si fondano sui principi della Pedagogia della memoria e costituiscono un qualcosa di assolutamente originale.
Alla fine di ogni brano, infatti, vengono suggerite delle prove pratiche molto semplici basate sulla sensorialità, da utilizzare per esercitarsi nel riscoprire sé stessi o addirittura per cimentarsi nella realizzazione di piccole storie.
“Quando realtà e immaginazione si fondono è sempre un magico spettacolo”, perché dentro ognuno di noi c’è un piccolo Jules Verne che scalpita”.