L’importanza di una nuova agenda per prevenzione e sensibilizzazione per la lotta contro l’HIV
In Italia, l’HIV rimane una questione di salute pubblica. A pochi giorni dalla Giornata mondiale contro l’AIDS, i dati diffusi da AstraRicerche per Gilead Sciences evidenziano un panorama preoccupante: il 5,2% della popolazione ritiene ancora che il virus si trasmetta respirando la stessa aria di una persona sieropositiva. Percentuali allarmanti emergono anche per altri falsi miti: l’11,8% pensa che condividere un bagno possa essere sufficiente, mentre il 16,6% crede che una puntura di zanzara possa diffondere l’HIV.
La situazione è aggravata dalla scarsa conoscenza degli strumenti di prevenzione come la profilassi pre-esposizione (PrEP), nota solo al 6,7% degli intervistati. Inoltre, il 56,5% ignora l’esistenza dei checkpoint, strutture fondamentali per test e consulenza. Questi dati, raccolti su un campione di oltre 1.500 italiani, sono al centro del Libro Bianco “HIV. Le parole per tornare a parlarne”, presentato a Roma durante l’evento “HIV. Dalle parole alle azioni”. Il progetto, sostenuto da clinici e associazioni, invita a ripensare la strategia nazionale, focalizzandosi su quattro pilastri: prevenzione, lotta allo stigma, checkpoint e qualità di vita.
Per approfondire le iniziative e accedere al libro bianco, è possibile consultare Gilead Sciences e il portale della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.
Educazione e nuove leggi per una strategia più efficace
Secondo la dottoressa Barbara Suligoi, Direttrice del Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità, è essenziale rafforzare la sensibilizzazione: “Due persone su tre scoprono di essere sieropositive in uno stadio avanzato della malattia”. La prevenzione, secondo Suligoi, deve includere l’educazione sull’uso del preservativo e l’accesso ai test diagnostici, soprattutto per chi ha avuto comportamenti a rischio.
A supporto di queste azioni, l’Onorevole Mauro D’Attis ha presentato una proposta di legge che mira a innovare la normativa del 1990. Il testo, fermo in Commissione Affari Sociali, punta a introdurre misure moderne per prevenire l’HIV e altre infezioni sessualmente trasmissibili. Un altro progetto in discussione è l’educazione alla salute nelle scuole, promossa dall’Onorevole Ilenia Malavasi, che sottolinea l’importanza di rendere l’educazione sessuale obbligatoria: “Solo un cittadino consapevole può adottare stili di vita sani e proteggere la salute collettiva”.
Per seguire gli sviluppi legislativi, si possono visitare i siti ufficiali della Camera dei Deputati e delle associazioni di pazienti.
Diagnosi tardive e necessità di test accessibili
In Italia, ogni anno si registrano oltre 2.000 nuove infezioni da HIV, e il 60% di queste viene diagnosticato in ritardo. Secondo Andrea Antinori, Direttore del Dipartimento Clinico dello Spallanzani di Roma, la riduzione delle diagnosi tardive passa attraverso l’incremento dei test. “Servono risorse pubbliche per sostenere i checkpoint e una cultura che renda il test un atto di responsabilità civile”, spiega il dottor Antinori.
Sulla stessa linea, Rosaria Iardino, Presidente della Fondazione The Bridge, propone la rimozione del consenso scritto per i test HIV, rendendoli accessibili anche ai minorenni e alle comunità vulnerabili. Solo con un approccio inclusivo e mirato si potrà raggiungere l’obiettivo di azzerare le nuove infezioni.