Dieci milioni di euro per supportare chi non può permettersi cure adeguate
In Sardegna, la povertà sanitaria continua a rappresentare una realtà drammatica per molte famiglie. Persone in difficoltà economica, spesso sono costrette a rinunciare a cure essenziali, schiacciate tra i lunghi tempi di attesa del sistema sanitario pubblico e i costi elevati delle prestazioni private. Un fenomeno che coinvolge diverse fasce vulnerabili della popolazione e sollevava preoccupazioni crescenti tra cittadini e istituzioni.
Per rispondere a questa emergenza, la Regione Sardegna lancia un’iniziativa sperimentale volta a sostenere concretamente chi vive in condizioni di disagio. La delibera approvata dalla giunta regionale mette a disposizione dieci milioni di euro, provenienti da fondi europei e da risorse regionali. Questo bonus sanitario era destinato esclusivamente ai pazienti in difficoltà, consentendo loro di accedere a servizi essenziali presso strutture pubbliche o private accreditate.
Come funzionava il bonus sanitario
Il bonus rappresenta uno strumento mirato a combattere la disparità nell’accesso alle cure. La misura si rivolge a individui con esenzione per reddito o appartenenti a nuclei familiari con un Isee non superiore a 10mila euro, offrendo un aiuto diretto per superare gli ostacoli economici legati alla salute.
Il progetto prevede che il bonus sia utilizzabile esclusivamente dal paziente destinatario. Le strutture accreditate, dove poter usufruire del servizio, vengono selezionate attraverso una manifestazione di interesse gestita dall‘Aspal (Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro). Questo sistema garantisce trasparenza e un accesso equo ai fondi.
Un progetto sperimentale a favore dei più deboli
L’assessora al Lavoro, Desirè Manca, collabora con l’assessorato della Sanità per offrire supporto concreto alle famiglie in difficoltà economica. L’obiettivo è quello di affrontare una sfida complessa e garantire accesso alle cure a chi faticava a sostenerne i costi. Il bonus sanitario non rappresenta solo un intervento emergenziale, ma ambisce a creare un modello sostenibile nel tempo.
L’iniziativa punta a ridurre la pressione sul sistema sanitario pubblico e a supportare in modo diretto i cittadini più vulnerabili.
Il provvedimento rappresenta anche una risposta alle critiche verso il sistema sanitario locale, che negli ultimi anni si trova spesso sotto pressione. Migliorare l’accesso alle cure per le fasce più deboli significa affrontare le disuguaglianze e garantire un diritto fondamentale, come quello alla salute, che troppe persone rischiano di perdere.