Il festival del cortometraggio che unisce cultura e territorio: vent’anni di emozioni a Sant’Antioco
La cittadina di Sant’Antioco, nel cuore del Sud Sardegna, si confermava ancora una volta capitale del cortometraggio mediterraneo. Domenica 8 dicembre si chiudeva con entusiasmo la ventesima edizione di Passaggi d’Autore – Intrecci mediterranei, un evento unico nel suo genere, organizzato dal Circolo del Cinema Immagini con il sostegno di importanti istituzioni e partner come la Fondazione Sardegna Film Commission e il Comune di Sant’Antioco.
La direzione artistica, affidata a Dolores Calabrò e al regista bosniaco Ado Hasanović, garantiva una programmazione ricca di contenuti e di qualità. Il festival ospitava autori di spicco provenienti da diverse nazioni del bacino mediterraneo e coinvolgeva un pubblico sempre più numeroso, attratto da opere di valore culturale e artistico. Tra i cortometraggi premiati spiccavano The Watchman di Ali Cherri e S’ozzastru di Carolina Melis, due opere capaci di raccontare storie universali con stili innovativi e tematiche attuali.
Una delle grandi novità di quest’anno era la partecipazione attiva delle scuole. Gli studenti delle superiori prendevano parte ai laboratori e alle proiezioni, arricchendo la loro esperienza formativa grazie al workshop di critica cinematografica curato da Enrico Azzano. Questo laboratorio aveva l’obiettivo di formare la Giuria Giovani, incaricata di valutare i cortometraggi della sezione Intrinas. La vittoria andava al film d’animazione S’ozzastru di Carolina Melis, lodato per la rappresentazione visiva e per il messaggio ambientale di portata globale.
I protagonisti della ventesima edizione: premi, laboratori e opere di grande impatto
Il programma del festival si articolava in diverse sezioni, con proiezioni che spaziavano da autori emergenti sardi ai registi di fama internazionale. Nella sezione principale, Intrecci mediterranei, si distingueva il cortometraggio The Watchman, diretto da Ali Cherri, che esplorava i temi della guerra e dell’attesa attraverso una narrazione visiva intensa e poetica. La giuria, composta da studenti universitari iscritti al laboratorio Critica il corto, apprezzava particolarmente la maturità stilistica e la profondità narrativa dell’opera.
Tra i riconoscimenti spiccava anche una menzione speciale per 2720 di Basil Da Cunha, che immergeva gli spettatori nei vicoli di una Lisbona meno conosciuta, raccontando con toni quasi documentaristici la vita di una comunità minacciata dalla violenza. Inoltre, il francese Marcel Mrejen otteneva la menzione d’onore per Memories of an Unborn Sun, un cortometraggio dall’estetica potente, capace di trasformare storie intime in narrazioni universali.
La chiusura del festival era affidata alla prima proiezione in Sardegna de I diari di mio padre di Ado Hasanović, opera prima del regista bosniaco che affrontava temi di memoria e riconciliazione. Questo evento suggellava una ventesima edizione di grande successo, resa possibile anche grazie al supporto di realtà come il Touring Club Italiano e l’Institut français Italia.
Un festival in continua crescita grazie alla collaborazione internazionale
L’evento si confermava una vetrina d’eccellenza per il cinema breve europeo e mediterraneo, grazie alla collaborazione con partner prestigiosi come il Sarajevo Film Festival e il Festival du court métrage de Clermont-Ferrand. Anche quest’anno il pubblico trovava nell’offerta del festival un luogo di incontro e di crescita culturale, soprattutto per le giovani generazioni.