Presentazione libro “Cento Donne come Alda”
“Cento Donne come Alda“
Martedì 7 giugno 2022, alle ore 18.00, nella Sala Eleonora D’Arborea del Polo Bibliotecario di Via Falzarego 35 a Cagliari, il Centro di Documentazione e Studi delle Donne, in collaborazione con xedizioni, presenta il nuovo libro.
Il libro
Cento Donne come Alda
… meditazioni, poesie, opere grafiche, brevi racconti, spunti
autobiografici intercalati dagli scatti Eric Toccaceli
L’introduzione del libro
Introduce Giovanna Caltagirone – Centro di Documentazione e Studi delle donne di Cagliari
Saranno presenti in sala e in collegamento alcune autrici del progetto che dialogheranno con Gerardo Ferrara.
Il lavoro
Il lavoro è stato curato da xedizioni, coadiuvata per l’occasione da Gerardo Ferrara, coideatore dell’opera.
Per poter partecipare alla presentazione del libro verranno rispettate le disposizioni ministeriali relative al Covid-19 previste in quella data.
Iniziativa realizzata con il contributo dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna.
Alda Merini
Alda Giuseppina Angela Merini nasce il 21 marzo 1931 a Milano in viale Papiniano, 57, all’angolo con via Fabio Mangone. Il padre, Nemo Merini, originario di Brunate, primogenito degli otto figli di un contecomasco diseredato per aver sposato una contadina, è impiegato di concetto presso le assicurazioni “Vecchia Mutua Grandine ed Eguaglianza”, precisamente nella società affiliata denominata “Il Duomo”; la madre, Emilia Painelli, è casalinga. Alda è secondogenita di tre figli, tra Anna, nata il 26 novembre 1926, ed Ezio, nato il 23 gennaio 1943, che la scrittrice fa comparire, sia pure con un certo distacco, nelle sue poesie. Della sua infanzia si conosce quello che lei stessa scrisse in brevi note autobiografiche in occasione della seconda edizione dell’Antologia dello Spagnoletti: “ragazza sensibile e dal carattere malinconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori ma molto brava ai corsi elementari: … perché lo studio fu sempre una mia parte vitale“.