Unica 2.0: la decisione del CUS di sospendere le attività è un atto sproporzionato rispetto alla realtà dei fatti.
Abbiamo appreso da giorni la notizia dell’occupazione di un magazzino abbandonato del CUS e della successiva chiusura, da parte di quest’ente, di tutti gli impianti sportivi sino alla cessazione dell’occupazione: come sindacato studentesco, anche in situazioni così delicate, il nostro obiettivo e la nostra ragion d’essere sta nel tutelare il diritto allo studio. È per questo motivo che, dopo la decisione del CUS di sospendere tutti i servizi, i nostri rappresentanti stanno lavorando affinché gli studenti si vedano garantiti tutti quei diritti fondamentali, in primis l’erogazione normale della didattica, la possibilità di laurearsi in tempo e di accedere alla borsa di studio.
Ci pare quanto mai necessario che i servizi vengano riattivati al più presto, per tutta quella fetta di popolazione che normalmente si allenava ai campi di Sa Duchessa, in quanto crediamo che la possibilità di praticare sport e attività fisica in spazi universitari adeguati sia un nostro diritto in quanto studenti.
La decisione del CUS di sospendere le attività è un atto sproporzionato rispetto alla realtà dei fatti, che denota una certa incapacità della società sportiva che ha in gestione gli impianti universitari di affrontare una situazione, quella dell’occupazione, che non è inconsueta nelle dinamiche universitarie. Con questa chiusura totale, anche al confronto, il CUS non si dimostra recettivo di fronte alle esigenze degli studenti, anche solo di una parte di essi, e prova la strada del mettere gli studenti gli uni contro gli altri. È una dinamica che non accettiamo e alla quale non presteremo il fianco.
Quello che a noi importa è che nessuno studente si veda privato di un suo diritto: sia quello di fare sport, sia quello di vivere gli spazi universitari. Useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per fare in modo che si esca da questo stallo.