Diritti umani delle persone affette da disabilità psicosociali: l’Università di Cagliari coordina un progetto con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani.
Sostenere la società civile nella protezione dagli abusi e nella promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali attraverso programmi di ricerca e di intervento da attuarsi in Paesi extraeuropei: è questo l’obiettivo del progetto di ricerca “Empowering Persons with Psychosocial Disabilities to Fight for their Rights”, presentato questa mattina alla Fondazione di Sardegna, a margine del meeting di apertura delle attività. L’iniziativa è coordinata da Mauro Giovanni Carta, docente dell’Università di Cagliari nell’ambito del programma europeo “EUROPEAN INSTRUMENT FOR DEMOCRACY AND HUMAN RIGHTS (EIDHR)”: partner sono l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite sui Diritti Umani; per il Ghana il Ministero della Sanità, e le ONG di familiari e utenti MEHSOG, and MindFreedom Ghana; per il Libano: il Ministero della Sanità e le ONG ABAAD e IDRAAC; per l’ Armenia: la Associazione Psichiatra Armena e la ONG AMBRA. Alla presentazione ha partecipato anche Alessandra Carucci, Prorettore per l’Internazionalizzazione dell’Università di Cagliari.
Il contesto. Le persone con disabilità psicosociale sono pressoché ovunque stigmatizzate e discriminate, mentre le strutture deputate alla loro cura offrono spesso servizi di scarsa qualità. In questi luoghi sono frequentemente violati i diritti di chi dovrebbe essere curato, e questo ne ostacola la guarigione, la riabilitazione e il processo d’inclusione sociale. Condizioni di vita deprecabili, mancanza di igiene e sovraffollamento sono comuni, cosi come violenze, abusi, uso di pratiche coercitive e negligenza. L’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, nel gennaio 2017, ha raccomandato come prioritario il porre fine a queste violazioni. Per raggiungere questi obiettivi l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha sviluppato il “WHO QualityRights project”, un’azione che supporterà l’inclusione sociale delle persone con disabilità psicosociale e le organizzazioni che ne difendono i diritti. Le Nazioni Unite hanno indicato il gruppo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che lavora al progetto “QualityRights”, di cui fa parte l’Università di Cagliari, come il referente per gli Stati che volessero iniziare un percorso di cambiamento. In particolare, l’Ateneo ha messo a punto la metodologia e gli strumenti standardizzati per la valutazione della qualità delle cure centrata sui diritti degli utenti, per la messa in atto dei piani di miglioramento e per la misura del miglioramento stesso.
Gli obiettivi specifici. Il progetto condurrà una valutazione standardizzata della qualità delle cure negli ospedali psichiatrici e in alcuni servizi di cure comunitarie di Ghana, Libano e Armenia attraverso l’approccio e gli strumenti del protocollo WHO Quality Rights. La scelta di questi tre Paesi è nata anche da precedenti relazioni costruite con partner di questi paesi a partire della Summer School “Human Rights and Mental Health” che il nostro ateneo organizzò in collaborazione con la Fondazione di Sardegna nell’estate del 2016, evento che ha costito una pietra miliare della crescita del movimento mondiale su Diritti Umani e Disabilità Psicosociale. Si programmerà in ciascuna realtà e si porrà in essere una strategia di miglioramento. La valutazione, così come la messa in atto dei piani di miglioramento, si avvarrà della collaborazione dei professionisti che operano negli stessi servizi di cura, di specialisti della valutazione di qualità e dei diritti umani e di rappresentanti dei familiari e degli utenti. Il progetto curerà anche la formazione del personale e degli utenti per supportare i piani di cambiamento.
In questo momento storico riveste sempre più importanza per l’Unione Europea supportare azioni di cooperazione nei Paesi “vicini”, rafforzando in questi Stati le organizzazioni della società civile che operano sul territorio. La Sardegna e l’Università di Cagliari – grazie alla posizione al centro del Mediterraneo – possono giocare un ruolo rilevante di ponte culturale tra popoli, promuovendo i diritti umani, le libertà fondamentali e la crescita sociale ed economica in questi Paesi, grazie a iniziative come quelle promosse dal progetto coordinato da Mauro Giovanni Carta.