Chiude i battenti domani il festival “L’Isola del teatro & l’Isola raccontata” organizzato dal Teatro del Sale di Cagliari a Fluminimaggiore.
Spettacoli teatrali, concerti, incontri letterari e percorsi narrativi hanno caratterizzato il ricchissimo carnet del programma della rassegna “L’Isola del teatro & l’Isola raccontata” che per la prima volta ha aperto nuove pagine della sua attività nel Sulcis, dal 25 agosto al 1 settembre, dopo il successo dell’anteprima del 19 agosto con la Famiglia Mirabella, applaudita da oltre 400 persone.
A chiudere “L’Isola del teatro & l’Isola raccontata” sarà l’attore piemontese Andrea Bosca, all’Anfiteatro del Parco Riola, con un secondo studio del nuovo lavoro su “La luna e i falò” di Cesare Pavese, che debutterà in forma definitiva a gennaio 2020, in occasione dei 70 anni dalla pubblicazione del romanzo. Il rapporto con lo scrittore è più di una fascinazione e di mille coincidenze tessute insieme. “Sono nato a Canelli, nelle Langhe”, dice Bosca. “Conosco a memoria tutti i luoghi raccontati dal romanzo. Mi sono rifugiato anche io su quelle colline, tutte le volte che la testa mi scoppiava o sentivo di non capire qualcosa. Conosco l’aria, i noccioli, le strade, i rumori, il letto del fiume, le storie di guerra e resistenza che quel luogo non ha mai dimenticato, le finestre delle case e la Gaminella, dove la vigna scoppia tra il sole e il sottosuolo. Tra i miei ricordi di bambino, mio nonno con in mano quel libro. E poi tutta una vita fin qui, fin quasi all’età di Anguilla – protagonista del racconto – a pensare di portarlo in scena. È una scelta difficile, perché è un viaggio nella memoria e nel passato, dove tutto ciò di cui si parla è già accaduto. Mi viene in mente – ricorda ancora Bosca – la bella citazione di Luis Borges: da sempre gli uomini raccontano di due storie. Quella di un uomo che torna dopo mille peregrinazioni, alla terra e alla casa del padre, Ulisse, e quella di un uomo nato sotto il regno di Erode, Gesù: tutte le storie successive sono rifacimenti dell’una o dell’altra”. Il lavoro, che debutterà a gennaio 2020 al Teatro Alfieri di Asti, per la regia di Paolo Briguglia, è prodotto da BAM teatro. “Quanto propongo a Fluminimaggiore”, precisa Bosca, “è un secondo studio che ho derivato dalla citazione ‘titanica’ dal Re Lear di Shakespeare: ‘ripeness is all’, ovvero, la maturità è tutto, che Pavese usa come dedica al romanzo. Una scala di memorie e di stimoli al lavoro, che inquadra e ricorda anche un preciso periodo storico, insieme alla poderosa materia raccolta in 32 capitoli che fa del romanzo di Pavese un’opera di grande valore contemporaneo. Mai come in questo momento, sentiamo il bisogno di parlare di argomenti che ancora ci riguardano: identità, bene comune, fratellanza, senso di appartenenza ad una comunità più ampia”.
Grazie alla preziosa collaborazione con la Start-uno, cooperativa che cura l’Ufficio Turistico di Fluminimaggiore e il Tempio di Antas, oltre alle indimenticabili escursioni proposte da guide qualificate, il programma del Festival è arricchito da alcune escursioni e passeggiate studiate apposta per la pagina dei PERCORSI oltre agli aperitivi proposti con prodotti locali, nel giardino del Museo Etnografico, affacciato sul fiume, in occasione degli incontri con gli autori de L’isola del Teatro & l’isola raccontata.
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