Domani e lunedì omaggio a Tito Aprea nei due nuovi appuntamenti con il Festival pianistico del Conservatorio
Con due concerti dedicati al pianista Tito Aprea, direttore del “Pierluigi da Palestrina” dal 1963 al 1974, domani, domenica 27, e lunedì, 28 ottobre, prosegue la programmazione del IX Festival Pianistico del Conservatorio, che quest’anno celebra gli ottant’anni dell’istituto musicale.
L’appuntamento di domani prenderà il via alle 18 nel Palazzo Siotto (in via dei Genovesi 114) e vedrà al centro della serata le Polacche per Pianoforte di F. Chopin – delle quali lo stesso Aprea fu eccellente interprete- nell’esecuzione dei pianisti Davide Caddeo, Sebastiano Bussu, Michele Maccioni, Filippo Piredda, Stefano Figliola, Nicola Guidotti, Federico Melis, Alessia Spiga, Rocco Mancini e Fabio Contrino.
Ancora le Polacche di Chopin saranno protagoniste del concerto di lunedì 28 ottobre, sempre alle 18 nel Palazzo Siotto. Saranno sul palco i partecipanti al Seminario “F. Chopin e le Sue Polacche per Pianoforte” tenuto dal musicologo Jean-Jacques Eigeldinger. Si tratta dei pianisti Rocco Mancini, Valentina Masala, Nicola Guidotti, Fabio Contrino, Michele Calia, Giulio Biddau, Davide Caddeo, Sebastiano Bussu, Filppo Piredda, Francesco Pasqualotto, Nicola Guidotti e Federico Melis.
Tito Aprea
Dopo i precoci e promettenti esordi, la carriera pianistica di Aprea divenne piuttosto intensa dopo il suo ritorno in Italia, nel 1937. Da quel momento, e soprattutto nei quindici – vent’anni seguiti alla fine della seconda guerra mondiale, egli suonò con alcuni dei maggiori direttori del Novecento, da Molinari a Celibidache, da Gavazzeni a Ferrara, da Abbado a Markevitch. Per lungo tempo formò un affiatatissimo duo insieme alla violinista Gioconda De Vito, con la quale tenne concerti in tutta Europa. Le sue apparizioni in pubblico cominciarono a diradarsi a metà anni sessanta; al termine di quel decennio Aprea si ritirò dall’attività concertistica. Alberto Savinio scrisse di lui: “La dolcezza del suo tocco non trova confronti, i suoi pianissimi raggiungono una soavità lunare e quanto a tecnica e a virtuosismi, quando Aprea ci si mette si trasforma in una macchina perfetta, che pur nei movimenti più vertiginosamente celeri non perde tuttavia la grazia”. Aprea fu in effetti pianista di solidissima tecnica e profonda sensibilità interpretativa, come attestano le incisioni discografiche e le registrazioni radiofoniche effettuate nel secondo dopoguerra: oltre ai dischi realizzati con Gioconda De Vito, sono da segnalare le integrali delle Mazurke e Polacche di Chopin e delle Sonate di Mozart. Tali registrazioni tuttavia rendono conto solo parzialmente della vastità del repertorio praticato dal pianista napoletano. Suo figlio Bruno Aprea è a sua volta direttore d’orchestra e musicista.
L’ingresso agli appuntamenti è libero e gratuito.