Inaugurate due mostre alla Cittadella dei Musei nel contesto della conferenza internazionale “IN/OUT Percorsi di Prigionia e Libertà” il cui ricercatori e artisti indagano sui più delicati temi sociali: dalla privazione della libertà alla segregazione, dall’esclusione all’inclusione.
Sono state inaugurate ieri pomeriggio alla Cittadella dei Musei di Cagliari due delle tre mostre collegate alla conferenza internazionale “In/OUT. Percorsi di prigionia e di libertà”, che prosegue oggi e domani nell’Aula Motzo della Facoltà di Studi umanistici dell’Università del capoluogo sardo.
La serata ha visto la partecipazione tra gli altri dell’artista cagliaritano Joe Perrino, che – a margine dell’inaugurazione – ha proposto nel suggestivo spazio della Cittadella alcuni dei suoi brani più famosi.
La prima esposizione è una mostra fotografica – dal titolo “In/Out. Immagini di prigionia e libertà” – realizzata dagli studenti che frequentano i corsi di laurea triennale in Beni culturali e spettacolo e magistrale in Storia dell’arte dell’Università degli Studi di Cagliari con la collaborazione nella fase di ideazione di Luisa Siddi e Paola Corrias (dell’associazione culturale S’Umbra). L’eterogeneità dei soggetti proposti testimonia differenti declinazioni della complessità del tema, spaziando da una dimensione soggettiva e individuale a contestualizzazioni sociali e culturali più ampie. La mostra può essere visitata fino a mercoledì 30 ottobre nella Sala delle Mostre temporanee della Cittadella dei Musei.
La seconda esposizione, “Airswap&Massama: A BOOK”, visibile fino a domani nello stesso spazio della Sala delle Mostre temporanee, è un progetto pilota di arte relazionale nelle carceri ideato da Arianna Callegaro, in collaborazione con Gianvito Distefano, e curata nella sua installazione cagliaritana da Simona Campus. Il contemporaneo artistico si inserisce nella realtà carceraria, attraverso la creazione di vestiti modificati, scommettendo sull’energia di condivisione e di sperimentazione, individuando uno spazio in cui si cercano alternative e comunanze, superando la linea che separa dalla comunità.
Alla Cittadella sono esposti alcuni vestiti modificati dalle interazioni di alcuni artisti con i detenuti e una selezione della documentazione fotografica dei vari momenti di realizzazione. “Airswap coinvolge artisti contemporanei e fruitori in un reciproco scambio – scrivono gli autori – proponendo il concetto di dono come filo conduttore per una riflessione sulla pratica artistica. Oggetto del dono sono i capi d’abbigliamento, diventati, attraverso le mani degli artisti che li hanno modificati – ciascuno secondo la propria tecnica e sensibilità –un’opera d’arte. A quest’opera, i detenuti del carcere di Oristano hanno aggiunto un livello ulteriore, completandola con una parola scritta su una menda di tessuto poi cucita sul capo. Ne sono nate inaspettate connessioni tra gli artisti e i detenuti, testimoniate anche da scritti e corrispondenze”.
La conferenza internazionale prosegue nell’Aula magna Motzo della Facoltà di Studi umanistici a Sa Duchessa, oggi, con la sessione coordinata da Marco Giuman e Marina Guglielmi, mentre domani coordinatori dei lavori saranno Andrea Cannas e Claudia Ortu. L’iniziativa è organizzata dai Dipartimenti di Lettere, lingue e beni culturali e di Pedagogia, Psicologia e Filosofia di UniCa in collaborazione con l’Università di Paris Nanterre e la Rivista di Studi interculturali Medea.