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Kent’Erbas, l’Università con ventisette aziende del Marghine

Latte, formaggi e carne di qualità al centro del progetto triennale Kent’Erbas curato dal Dipartimento  di scienze biochimiche che viene presentato questo pomeriggio a Birori

Nel comune di Birori viene presentato il progetto Kent’erbas. Un’aggregazione di tre anni guidata da Sebastiano Banni (Dipartimento di scienze biomediche-Università di Cagliari), con la partecipazione dell’Agenzia regionale Agris e di ventisette aziende pastorali del Marghine che allevano ovini e bovini da latte e da carne nei comuni di Birori, Bolotana, Borore, Bortigali, Dualchi, Lei, Macomer, Noragugume, Silanus e Sindia. Il professor Banni vanta una produzione scientifica consiste di oltre cento pubblicazioni a stampa su riviste indicizzate e con impact factor, con un H-index di 36 (Scopus), è stato nel direttivo dell’International Society for the Study of Fatty Acids and Lipids (ISSFAL). Dal 2013 è Membro permanente del comitato “Health and Nutrition” dell’International Dairy Federation, fa parte dell’editorial board di Frontiers in Physiology  ed è referee delle riviste scientifiche J Nutr;  Lipids; Brit J Nutr; Eur J Clin Nutr.; Biochim Biophys Acta; J Lipid Res; Eur J Lipid Sci Technol; J Chrom; Pharmacol Res.

Progetto e ricerca. “Kent’Erbas – Qualità aromatica e nutrizionale di latte, formaggio e carne del Marghine e loro influenza sulla salute umana” è il tema coordinato da Sebastiano Banni. “Definiamo un modello che relazioni la qualità delle produzioni zootecniche, intesa come valore nutrizionale (contenuto in Cla, Omega3, vitamine, polifenoli), con la qualità dell’ambiente di origine, la biodiversità dei pascoli e il sistema di conduzione estensivo basato sul pascolamento naturale. Verifichiamo – spiega il professor Banni – se le caratteristiche organolettiche (gusto, aroma, profumi) di queste produzioni risultino peculiari rispetto ad analoghi prodotti, prevalenti nel mercato, ottenuti con tecniche di allevamento intensivo”. Ma non è tutto. Gli studi mirano a “rilevare nell’uomo la presenza di biomarcatori al fine di ottenere dati obiettivi sulle proprietà nutrizionali delle carni bovine e dei formaggi ovini ottenuti da animali alimentati al pascolo nel Marghine il cui effetto sulla salute dei consumatori sarà valutato con uno studio clinico.

La ricerca dimostra che la qualità delle produzioni zootecniche dipende, soprattutto, dall’alimentazione dell’animale, da tecnica di produzione, stagionatura per i formaggi e frollatura per le carni. Diverse molecole aromatiche e nutrizionali, che ritroviamo nel latte e nella carne, derivano dalle erbe che gli animali mangiano. Ogni erba apporta un contributo diverso di terpeni, polifenoli, flavonoidi, alcoli, chetoni, omega 3, vitamine e precursori del Cla (acido linoleico coniugato). Quindi – aggiunge Sebastiano Banni – più erba mangia l’animale, e soprattutto più erbe sono contenute nella razione, più queste produzioni presentano una complessità aromatica e nutrizionale importante”.

Strategie e obiettivi. Lo sviluppo del Marghine passa per la valorizzazione della qualità delle produzioni di latte, formaggi e carni ottenute da animali alimentati prevalentemente al pascolo naturale. La rete – creata nell’ambito del bando “Cercare i parametri di qualità dei prodotti zootecnici” del Piano di Azione del Gal Marghine 2014/2020 con la collaborazione dell’agenzia Laore – punta a valorizzare e accrescere la qualità dei prodotti locali anche attraverso la ricerca scientifica. In breve, va scardinato l’automatismo per cui i consumatori acquistano i prodotti in base al prezzo più basso senza fare attenzione a qualità e gusto.

Ricerca e allevatori. “Il Marghine è ricco di pascoli naturali, con tante essenze pabulari, come altre zone della Sardegna. Ed è in grado di ottenere produzioni zootecniche di alta qualità a partire da animali alimentati al pascolo naturale” sottolinea Sergio Sulas, presidente del Gal Marghine. I risultati ottenuti saranno divulgati e messi a disposizione degli allevatori del Marghine. I dati consentiranno di progettare la qualità desiderata, di valorizzare i prodotti e di conseguenza aumentare i loro prezzi di vendita. Mentre i consumatori potranno orientare con più strumenti e maggiore consapevolezza i propri acquisti.

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