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Intervista a Elena Ledda: “Uniti (e a casa) supereremo questo momento”

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Intervista a Elena Ledda: "Uniti (e a casa) supereremo questo momento"
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Abbiamo intervistato l’artista e cantautrice sarda Elena Ledda, che ai microfoni di Unica Radio ha parlato del difficile momento vissuto dal mondo degli artisti e dell’arte in questo momento storico falcidiato dall’emergenza legata al COVID-19.

Ai microfoni di Unica Radio l’artista Elena Ledda, una delle ambasciatrici della cultura sarda nel Mondo, ci aiuta a compiere una breve analisi dello stato in cui versa il mondo dell’arte in questo inedito periodo storico caratterizzato dall’emergenza legata al virus COVID-19.

“Invito tutti a rimanere isolati nella propria abitazione, in questo momento è molto importante rispettare le indicazioni forniteci dal Governo per poter arginare la Pandemia – queste le parole della cantautrice -, solo in questo modo potremo riprendere ad abbracciarci come abbiamo sempre fatto.”

“Ci sono tanti modi per comunicare tra di noi – continua Elena Ledda -, aumentiamo le telefonate, le videochiamate e in questo momento aiutiamo chi sta lavorando per mandare avanti l’Italia. Non dobbiamo avere nemici, se non il virus, che solo stando uniti (e isolati in casa) riusciremo a debellare.”

Nata a Selargius, paese alla periferia di Cagliari, Elena Ledda ha frequentato il conservatorio del capoluogo studiando oboe e canto. Nonostante le potenzialità della sua voce da mezzosoprano, ha preferito dedicare la sua carriera al genere folk, sebbene col tempo arricchito di ricerca e sperimentazione.

Al 1979 risale il suo album Ammentos, che ha già tra i crediti quel Mauro Palmas che sarà una presenza fondamentale per la sua carriera: con lui forma nel contempo la band Suonofficina, nella quale sperimenterà un’evoluzione della musica sarda che in futuro la porterà dentro l’ambito della cosiddetta world music. 

Nel 1984 la Ledda pubblica il nuovo album “Is Arrosas” e in quegli stessi anni è spesso ospite sul canale regionale Videolina della trasmissione musicale di folk tradizionale sardo Sardegna Canta, di cui un anno ha avuto anche l’onore della sigla d’apertura. Ma accanto a queste partecipazioni che accrescono la sua popolarità, continua la sua ansia di ricerca colta con collaborazioni con artisti quale il re della new Age Andreas Vollenweider. In questo stesso periodo i Suonofficina evolvono nei Sonos, un progetto di gruppo aperto con la finalità di sperimentazione della musica etnica sulla base del patrimonio tradizionale della sua isola.

Negli anni novanta la carriera prosegue con la pubblicazione di Incanti (1993) mentre continua un’attività dal vivo che porterà Elena ad esibirsi in tutto il mondo.

All’inizio del nuovo millennio la cantante ha raggiunto ormai uno stadio di notevole apprezzamento da parte della critica. In seguito alla morte di Maria Carta nel 1994,è lei a divenire l’immagine femminile della Sardegna in musica[senza fonte], pur non eguagliando la popolarità nell’isola ed oltremare della cantante di Siligo.

I dischi Maremannu, uscito nel 2001, e Amargura del 2005, confermano lo stato di grazia raggiunto e una consolidata maturità artistica. Quest’ultimo album, che vede la collaborazione di Elena Ledda con Lino Cannavacciuolo, si arrischia in sonorità a metà strada tra le vibrazioni ancestrali del patrimonio della Sardegna e quello più codificato e melodico di Napoli. Nel 2007 il Disco Rosaresolza, registrato con l’amico Andrea Parodi, a Sanremo riceve la Targa Tenco al Premio Tenco per il miglior disco in Dialetto e il premio “Città di Loano” per il miglior disco di Musica Popolare 2007. Nel 2008 pubblica Live at jazz in Sardegna e nel 2009 Cantendi a Deus

Nel 2014 si candida nel Collegio Isole alle elezioni europee nella lista di sinistra L’Altra Europa con Tsipras. Nell’ottobre del 2016 è ospite nel prestigioso disco di Enzo Avitabile “Lotto Infinito” dove duetta in “Nisciuno Sape”. Nonostante Elena Ledda sia originaria della Sardegna del sud, usa con estrema facilità tutte le varianti linguistiche presenti nell’isola. L’artista selargina ha collaborato con Fabrizio De André, Lester Bowie, Don Cherry, Andreas Vollenweider, Savina Yannatou, Maria del Mar Bonet, Paolo Fresu, Noa e Andrea Parodi, Rita Marcotulli, Antonello Salis, Gavino Murgia, Riccardo Tesi.

ASCOLTA L’INTERVISTA A ELENA LEDDA

About Simone Cavagnino

Giornalista, autore e conduttore. Dopo la maturità scientifica, compie studi giuridici e si occupa di giornalismo musicale. Ha collaborato con l'emittente televisiva Infochannel Tv Sardinia, con magazine nazionali e quotidiani regionali. Ha curato il documentario "La memoria del suono" dedicato alla figura dell'artista sardo Pinuccio Sciola. È del giugno 2018 il suo primo libro dal titolo "Sardegna, Jazz e dintorni" edito da Aipsa Edizioni, scritto in collaborazione con il giornalista Claudio Loi. È esperto di produzioni audio, video, social media e collabora con numerosi festival culturali regionali. Dal 2020 cura progetti legati alla comunicazione istituzionale.

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