Il docente universitario e psicologo sociale Renato Troffa torna a parlare su Unica Radio dei pericoli, e delle soluzioni possibili, dello stare a casa per un lungo periodo per fermare il contagio del Covid-19 in Italia
Renato Troffa, psicologo sociale e della comunicazione, è intervenuto per la seconda volta in diretta sul canale Instagram di Unica Radio per parlare della quarantena forzata a cui tutti gli italiano sono sottoposti per contrastare la diffusione del Covid-19. Secondo le disposizioni del decreto #iorestoaacasa, “si deve evitare di uscire di casa. Si può uscire per andare al lavoro o per ragioni di salute o per altre necessità, quali, per esempio, l’acquisto di beni necessari. Si deve comunque essere in grado di provarlo, anche mediante autodichiarazione che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia statali e locali. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e la non veridicità costituisce reato. È comunque consigliato lavorare a distanza, ove possibile, o prendere ferie o congedi. Senza una valida ragione, è richiesto e necessario restare a casa, per il bene di tutti. È previsto anche il ‘divieto assoluto’ di uscire da casa per chi è sottoposto a quarantena o risulti positivo al virus”.
Alla luce di questo provvedimento restrittivo da parte del governo, abbiamo chiesto allo psicologo Renato Troffa come agire in situazioni molto delicate come quelle che coinvolgono le donne vittime di violenza domestica. Tra i temi trattati ci sono anche le strategie comunicative adottate dal governo in questo periodo di crisi, le fake news che vengono diffuse sui social e l’impatto culturale che avrà questo periodo di isolamento sociale.
BIOGRAFIA
Renato Troffa è nato a Cagliari nel 1976. Psicologo, docente di psicologia sociale e di inclusione delle diversità. Ha pubblicato, nel 2008, insieme a Massimo Carlotto, Francesco Abate e al Collettivo Sabot, il romanzo “Perdas de Fogu” (edizioni e/o, vincitore del premio letterario Nori Ecologista Jean-Claude Izzo).
Nel 2010, insieme a Ciro Auriemma, ha pubblicato il romanzo “Sette giorni di maestrale”, parte del trittico “Donne a perdere” (edizioni e/o, finalista al IV premio del festival mediterraneo del giallo e del noir). Alcuni suoi racconti sono comparsi su “Il Manifesto” e su “La Nuova Sardegna”. Nel 2016 un racconto scritto assieme ai membri del Collettivo Sabot è stato pubblicato nella raccolta Mai senza rete, Rete Iside Onlus.
Nel 2011, con lo stesso collettivo, ha pubblicato sulla rivista “Narrare i Gruppi” l’articolo “Raccontare i gruppi sociali. La proposta del Noir Mediterraneo”.
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